Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 18 nov. 2005 (pag. Milano)
Sembra proprio che qualcuno abbia deciso che l’occupazione di Via Lecco da parte di 200 rifugiati africani debba essere drammatizzata per forza. Continuano i toni apocalittici da parte di esponenti del centrodestra, mentre il Comune di Milano ha oggi persino negato il passaggio di un mezzo dell’Amsa per ritirare l’immondizia che gli occupanti avevano raccolto.
Gli occupanti hanno chiarito sin dal primo momento che il loro scopo non è rimanere in quello stabile, bensì lanciare un grido d’allarme sulla loro situazione e chiedere una soluzione al loro problema. Insomma, che qualcuno dica loro dove passare le notti in maniera decente e umana.
E che le cose stanno così lo sanno tutti, ma proprio tutti.
Non a caso la Questura di Milano ha scelto finora di muoversi con moderazione e senso di responsabilità, evidentemente consapevole che non siamo di fronte a un problema che possono risolvere le forze di polizia, ma che richiede l’intervento della politica. Tuttavia, è evidente che il centrodestra milanese sta invece esercitando forti pressioni politiche affinché il tutto finisca con uno sgombero entro le prossime 24 ore. E poi? Semplice, la questione non si risolverebbe, ma si sposterebbe di qualche chilometro.
Il problema in Via Lecco non si chiama legalità, bensì emergenza umanitaria. Se anche gli amministratori di Milano accettassero questa palese verità, le soluzioni, magari anche quelle transitorie, si troverebbero in poco tempo. Insistere invece sulla strada della campagna elettorale con ogni mezzo, porta semplicemente alla moltiplicazione dei conflitti e dei problemi.