di lucmu (del 27/10/2007, in Casa, linkato 1105 volte)
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 27 ott. 2007 (pag. Milano)
Rifondazione Comunista esprime il suo completo sostegno alle rivendicazioni dei sindacati inquilini che oggi manifestano sotto la sede di Regione Lombardia, in vista della discussione in Consiglio, martedì prossimo, dell’ennesimo progetto di legge di riforma della normativa sulle case popolari lombarde.
Il provvedimento voluto dal centrodestra sta provocando una diffusa inquietudine, se non aperta rabbia, tra gli inquilini delle case popolari, specie delle aree metropolitane, poiché prevede un aumento generalizzato dei canoni d’affitto per fasce di popolazione già ora in notevoli difficoltà economiche. E, francamente, non reggono le proiezioni e le cifre comunicate dalla Giunta Formigoni, che tentano di minimizzare l’impatto dei rincari, perché si dimenticano sistematicamente che gli inquilini delle case popolari non pagano soltanto il canone, ma altresì le spese, comprese quelle di amministrazione, nella più totale assenza di trasparenza da parte degli enti gestori.
A rendere poi l’aumento degli affitti oltremodo odioso è il fatto che il centrodestra chiede agli inquilini, cioè ai più deboli, di sborsare più quattrini, mentre mancano qualsiasi iniziativa e norma rispetto all’Aler e ai gestori comunali, tese ad impegnarli alla trasparenza e alla riduzione dei diffusi sprechi. In altre parole, tutto il peso della tanto invocata “sostenibilità economica” del sistema andrebbe a gravare sulle spalle dei locatari, mentre gli enti gestori andranno avanti come prima e, anzi, potranno determinare unilateralmente la quantità di spese da scaricare sugli inquilini stessi.
Ma il provvedimento non si limita a una semplice operazione di cassa, da riversare appunto integralmente sugli affittuari, bensì intende realizzare un ulteriore passo verso lo smantellamento dell’edilizia residenziale pubblica. Infatti, è prevista anche la vendita del 20% delle case popolari lombarde, cioè 34mila alloggi sugli attuali 170mila. Se a questo aggiungiamo che, un anno fa, la Regione ha tagliato del 75% i fondi per la costruzione e la manutenzione di case popolari, i conti sono presto fatti: gli inquilini pagheranno canoni più alti, spesso insopportabili rispetto alla loro condizione economica, e in cambio non riceveranno un bel niente, mentre l’offerta pubblica di alloggi per far fronte all’emergenza abitativa tenderà a ridursi drasticamente negli anni a venire. Visto che già oggi soltanto il 4% dei cittadini in graduatoria riesce ad accedere effettivamente alla casa popolare, l’effetto sarebbe devastante.
Tutto ciò ci pare socialmente irresponsabile e moralmente insostenibile. Per questo esprimiamo la nostra vicinanza ai cittadini delle case popolari e la nostra netta opposizione al progetto della Giunta Formigoni, battendoci in Consiglio per delle modifiche sostanziali.