In Lombardia c’è un esercito di invisibili, almeno a giudicare dal programma di governo, detto PRS, presentato oggi in Consiglio Regionale dalla rediviva Giunta Formigoni. Sono gli uomini e le donne migranti, più di 600mila in tutta la regione e in città come Milano, Brescia o Bergamo ben oltre il 10% della popolazione metropolitana.
Ogni dato disponibile, oltre che il buon senso, ci conferma che si tratta di una presenza dal carattere stabile e non transitorio. Dall’inserimento nel mondo del lavoro, dove di solito svolgono i lavori più umili e peggio retribuiti, all’apertura di imprese, circa 15mila nel solo capoluogo, fino al dato forse più eloquente, cioè la crescente presenza di studenti stranieri nelle scuole lombarde, che solo a Milano città rappresentano l’11,6% del totale.
Insomma, la Lombardia e le sue città stanno cambiando, anzi sono già cambiate. La multietnicità non è una possibilità futura, ma una realtà presente. Eppure, nelle oltre cento pagine del programma di governo del centrodestra lombardo non c’è nemmeno l’ombra di tutto ciò, neanche un riga, una parola o un accenno. In altre parole, non c’è una politica, un’idea e una strategia.
Un vuoto politico che fa il paio con il protagonismo di taluni esponenti del centrodestra lombardo, in primis della Lega e di An, quando si tratta invece di lanciare invettive xenofobe e razziste contro gli immigrati dalle pagine dei giornali o dalle tribune televisive. Oppure, quando nel corso degli anni si trattava di inserire norme discriminatorie in alcune leggi regionali, come nel caso dell’accesso ai bandi per l’assegnazione di case popolari.
Un ordine del giorno presentato oggi da Rifondazione Comunista e firmato anche da consiglieri regionali dei Verdi, dei DS, del PdCI e dallo stesso Sarfatti, denuncia questo stato di cose, chiedendo che vengano definite e messe in campo una politica attiva e positiva di inclusione e delle corrispondenti risorse finanziarie. In particolare si chiedeva di rifinanziare la legge regionale 77/89, per sbloccare le risorse a favore degli enti locali per interventi abitativi a favore della popolazioni rom, di avviare l’iter per il riconoscimento del diritto di voto ai cittadini immigrati e di sollecitare il Ministero degli Interni a procedere alla chiusura dell’infamia del Cpt di Via Corelli di Milano.
Ma il centrodestra lombardo continua a fare orecchie da mercante, a quanto pare poco interessato alla società lombarda realmente esistente e ai problemi che vivono tutti i giorni i suoi cittadini, vecchi e nuovi, mentre non sembrano mancare le energie nella lotta per la spartizione delle nomine nella sanità, che tanto stanno a cuore sia a Formigoni che a Cé. Uno spettacolo triste e sempre più insopportabile, che ci riconferma nella convinzione che un’alternativa a questo governo regionale non può aspettare altri cinque anni.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
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