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CONTRATTI DI QUARTIERE A RISCHIO FALLIMENTO. COINVOLGERE GLI INQUILINI
CONTRATTI DI QUARTIERE A RISCHIO FALLIMENTO. COINVOLGERE GLI INQUILINI
di lucmu (del 24/10/2005, in Casa, linkato 1053 volte)
Il gruppo consiliare regionale di Rifondazione Comunista esprime il suo sostegno alla mobilitazione promossa dal coordinamento dei comitati inquilini (Comitato inquilini  Molise-Calvairate-Ponti, Forum Q.re Mazzini, Gratosoglio informa, gruppo lavoro Q.re San Siro, Caritas di S. Pio V e S. Eugenio, Ass. Luisa Berardi, Sicet e Unione Inquilini) e aderisce al presidio che si terrà oggi alle ore 17.00 davanti a Palazzo Marino.
Da lunghi mesi gli inquilini delle case popolari milanesi coinvolti nel Programma Contratti di Quartiere II denunciano in tutte le sedi istituzionali il non rispetto di uno dei principali capisaldi dei CdQ, cioè la progettazione partecipata. Protestano anche i Consigli di Zona, in particolare quello di zona 4. Il 23 maggio il Consiglio Comunale di Milano vota all’unanimità la richiesta di proroga dei termini per la progettazione partecipata e lo stesso Assessorato regionale, su sollecitazione dei consiglieri dell’Unione (interpellanza del 5 luglio), afferma di sostenere la richiesta di proroga e riconosce che a Milano le cose in buona parte non sono andate come dovevano .
Malgrado tutto ciò la proroga non arriva. L’assessore regionale Borghini dice di non preoccuparsi, senza tuttavia mettere in campo alcuna iniziativa concreta, mentre  a fine Settembre  l’impagabile Guido Manca nega persino l’evidenza e passa all’insulto pubblico contro i cittadini-inquilini, che altro non sarebbero che ‘professionisti della mistificazione’ dediti alla ‘demagogia parolaia’.
Questa è la breve cronaca di una vicenda che lascia sbigottiti. Eppure, lo strumento dei contratti di quartiere ha dato buona prova di sé in altri paesi europei, dove viene utilizzato da anni. Ma ovunque abbia funzionato, la chiave stava nel coinvolgimento e nella partecipazione effettiva degli abitanti e dei soggetti presenti sul territorio. Qui a Milano, invece, la partecipazione è stata negata, ridotta a una triste farsa, con il risultato che tra le circa mille famiglie, spesso anziani, che dovrebbero lasciare per due anni la loro casa prevale la preoccupazione o addirittura l’angoscia.
Altro che riqualificazione! Oggi il rischio concreto è quello dell’occasione perduta, dello  spreco di risorse pubbliche e del peggioramento della situazione. Occorre cambiare strada prima che sia troppi tardi, a partire dalla direzione dell’Aler, che brilla per autismo politico, e soprattutto dal Comune di Milano, che semplicemente ha il dovere di ascoltare i cittadini e le cittadine.
Le proposte avanzate dai comitati inquilini, anzitutto quello dell’apertura di tavoli di lavoro per la riprogettazione degli interventi, sono sensate e responsabili. Sarebbe altrettanto sensato e responsabile accoglierle.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
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