L’amministrazione regionale lombarda dovrà licenziare 20 dirigenti. È questa la conseguenza immediata della sentenza della terza sezione del Tar della Lombardia, depositata il 17 gennaio scorso, anche se sarebbe meglio dire che tutto ciò è conseguenza della superbia dei governanti lombardi.
Infatti, il concorso annullato ora dal Tar era già contestatissimo nel 2006. Non solo vi fu una nostra interpellanza in merito, che ottenne una risposta piuttosto liquidatoria, ma diversi candidati e lavoratori sollevarono da subito dei serissimi dubbi e protestarono. D’altra parte, il motivo dell’illegittimità era piuttosto palese, cioè la mancata pubblicazione del bando sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, come invece prevede la legge.
Ciononostante, l’amministrazione regionale procedette lo stesso all’assunzione dei 20 dirigenti, inserendo tuttavia nel loro contratto di lavoro una clausola curiosa. Cioè, in caso di annullamento del concorso il rapporto di lavoro si sarebbe risolto automaticamente e senza preavviso.
Illuminante, peraltro, l’autodifesa di Regione Lombardia in sede di giudizio, secondo la quale era sufficiente la pubblicazione del bando sul Burl, in base all’articolo 117 della Costituzione. Argomentazione, ovviamente, respinta dal Tar, poiché la pubblicazione sul solo bollettino regionale esclude a priori la partecipazione al concorso dei cittadini italiani non residenti in Lombardia.
Rieccoci, quindi, alla “opzione preferenziale per i lombardi”, che nel caso specifico, guarda a caso, restringe anzitutto la platea dei possibili candidati.
Oggi abbiamo depositato un’ulteriore interpellanza, sollecitando la Giunta regionale ad adeguarsi immediatamente alla sentenza del Tar, anche in considerazione del fatto che nel frattempo sono stati banditi altri concorsi con le medesime modalità. Ma soprattutto chiediamo al governo regionale di smetterla di confondere l’amministrazione con la lotta politica.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
qui puoi scaricare il testo dell’interpellanza
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