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ORTOMERCATO: SCIOPERO CONTRO IL CAPORALATO
ORTOMERCATO: SCIOPERO CONTRO IL CAPORALATO
di lucmu (del 13/10/2007, in Lavoro, linkato 1466 volte)
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su Liberazione del 13 ott. 2007 (pag. Milano)
 
All’alba di lunedì 8 ottobre, la parte sud-orientale di Milano offriva uno spettacolo impressionante: centinaia di Tir sostavano un po’ ovunque e il consueto intasamento del traffico mattutino ne risultava così ulteriore amplificato. Persino i mezzi per la raccolta dei rifiuti dell’Amsa faticavano ad uscire dai loro depositi. Era questo l’effetto più visibile dello “sciopero spontaneo”, con annesso blocco degli ingressi, degli operai dell’Ortomercato milanese, la più grande struttura del genere in Italia con i suoi 450mila mq di superficie.
Lo sciopero, iniziato domenica sera e proseguito fino alla mattina successiva, era stato promosso da un nutrito gruppo di lavoratori delle cooperative storiche per rivendicare il rispetto delle misure di sicurezza -tre sono le morti bianche negli ultimi tre anni- e provvedimenti contro lo sfruttamento del lavoro nero. A bloccare gli ingressi erano circa 150 operai, sostenuti anche dalla presenza solidale di delegazioni di SdL intercategoriale, Slai-Cobas e C.s. Vittoria, nonché da una rappresentanza della segreteria della Filcams-Cgil.
Il tutto filava liscio per molte ore, poiché gli stessi camionisti, costretti a un lunga attesa, si mostravano assai comprensivi con gli scioperanti, ma verso le cinque del mattino, a riprova della situazione grave all’interno dell’Ortomercato, una cinquantina di persone, organizzate da personaggi ambigui, compreso qualche noto caporale, ha cercato lo scontro, al fine di forzare il blocco. Mossa comunque non riuscita, grazie al senso di responsabilità degli operai in sciopero e all’atteggiamento intelligente tenuto in questa occasione dalla questura.
Questa sintetica cronaca non rende tuttavia giustizia al coraggio dei lavoratori, perché scioperare all’Ortomercato -o semplicemente denunciare quanto vi avviene- non è facile, né esente da rischi. Ne sanno qualcosa due operai delegati alla sicurezza, Jose Dioli e Giuseppe Sangiorgi, che hanno subìto ripetutamente minacce e intimidazioni a causa della loro attività e che ora, in seguito allo sciopero, sono ulteriormente esposti.
Dall’altra parte, è di pubblico dominio che all’Ortomercato succeda un po’ di tutto. Una recente operazione delle forze dell’ordine aveva persino scoperto un traffico all’ingrosso di stupefacenti che faceva capo alla ‘ndrangheta. Eppure, tanti anni di denunce e fattacci non hanno migliorato significativamente la situazione, nonostante l’Ortomercato sia gestito da un ente pubblico, la Sogemi, che è una controllata del Comune di Milano. Solo di recente sono stati messi in cantiere progetti per migliorare la sicurezza e contrastare il lavoro nero, ma, come dimostra lo sciopero di domenica, quello che manca sono i fatti concreti. L’ennesima dimostrazione che a Milano le tante chiacchiere sulla legalità valgono soltanto per alcune categorie di sfigati, ma non per gli interessi consolidati.
 
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