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REGIONE: IL CASO RINALDIN E LA QUESTIONE MORALE
REGIONE: IL CASO RINALDIN E LA QUESTIONE MORALE
di lucmu (del 07/02/2008, in Regione, linkato 1124 volte)
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 7 febbr. 2008 (pag. Milano)
 
Dal 5 febbraio il consigliere regionale comasco di Forza Italia, Gianluca Rinaldin, è agli arresti domiciliari. L’accusa mossa dal Pm milanese Francesco Prete, riguardante fatti accaduti negli anni 2005-2007, è di truffa aggravata e falso in atto pubblico ai danni della Regione Lombardia, di corruzione e finanziamento illecito. La custodia cautelare, eseguita dalla Guardia di Finanza, era stata disposta dal Gip Andrea Ghinetti, perché Rinaldin avrebbe tentato di inquinare le prove.
Ebbene, non sta certo a noi valutare se le gravi accuse sono fondate o meno. Per questo c’è la magistratura e il nostro ordinamento prevede, giustamente, che chiunque è innocente fino alla condanna definitiva. Tuttavia, questa considerazione non può diventare un pretesto per chiudere gli occhi e fare finta di niente.
Già ai tempi dell’apertura delle indagini sugli incarichi d’oro al Comune di Milano, che vede coinvolti i consiglieri regionali Borghini e Bonetti Baroggi, avevamo denunciato il delinearsi di una questione morale nel gruppo di maggioranza relativa in Regione Lombardia, cioè Forza Italia, poiché il numero dei consiglieri regionali azzurri coinvolti in inchieste e processi, relativi a reati contro la pubblica amministrazione, stava pericolosamente aumentando (vedi news su questo blog del 30/11/2007). E sempre allora avevamo chiesto a Forza Italia di intervenire, di dare un segnale politico chiaro di trasparenza e responsabilità.
Ora abbiamo semplicemente ribadito le medesime cose, cioè che c’è una questione morale e che Forza Italia lombarda farebbe bene a dare un segnale politico chiaro e netto. Ma, apriti cielo! E il capogruppo regionale di FI, Boscagli, ha reagito dandoci dei “forcaioli” e dei “falsi moralisti” e invocando il garantismo.
Uno strano comportamento, quello di Forza Italia! In questi anni, nell’aula consiliare lombarda abbiamo sentito di tutto da parte della maggioranza di centrodestra, senza che Boscagli facesse una piega: insulti e condanne preventive e sommarie contro persone colpevoli soltanto di non essere padani e bianchi -dai rom fino ai “clandestini”, passando per i musulmani-, criminalizzazione dei gay oppure autentici processi politici contro i cittadini e le cittadine che frequentano centri sociali o manifestazioni di piazza di sinistra, considerati tout court dei delinquenti o peggio. Ma, non appena arriva qualche indagine a carico di un consigliere della loro parte politica, allora si diventa ipergarantisti. Anzi, quando il consigliere azzurro Guarischi, eletto nel 2005 nel “listino del Presidente” di Formigoni, nonostante fosse già condannato in primo grado per corruzione, venne sospeso dal Consiglio regionale, in seguito alla conferma della condanna in appello, allora in Consiglio si sollevò persino una standing ovation in suo onore.
Noi siamo sempre stati garantisti e continuiamo testardamente ad esserlo. A prescindere dal fatto che si tratti di amici o avversari politici. Ma, una cosa sono i processi, altra cosa è la politica e la pubblica amministrazione. E oggi c’è indubbiamente una nuova (o vecchia?) questione morale che si fa largo. E non soltanto dalle parti di Mastella o Cuffaro, ma anche nella Lombardia di Formigoni e Moratti.
 
qui puoi scaricare l’articolo di La Repubblica Milano del 6 febbraio sull’argomento
 
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# 1
Ritengo che la questione morale sia più attuale che mai.
Non si tratta di essere garantisti o forcaioli ma di essere semplicemente realisti: sei stato messo sotto "osservazione" dalla magistratura per "ipotetici" reati, bene, esci dalla dimensione pubblica istituzionale (consigliere, deputato ecc) e, se si vuole, si continua a fare politica nel partito di appartenenza, se quest'ultimo ritiene opportuno tenerti iscritto.
E' inconcepibile tenere, in posizione dominante, una persona che ha un'ombra così negativa, soprattutto, nel rispetto delle persone che non vedrebbero in lui una persona a cui rivolgersi per tutelare la cosa pubblica.
di  Walter  (inviato il 07/02/2008 @ 11:10:30)
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