Il 18 marzo scorso il parlamento svizzero ha dato il via libera all’uso di pistole ad elettroshock nelle operazioni di espulsione coatta di cittadini stranieri. Il via libera è arrivato dopo un lungo braccio di ferro politico, visto che in precedenza e per ben tre volte consecutive uno dei due rami del parlamento, il Consiglio degli Stati, aveva rifiutato di inserire questo comma nella nuova legge federale “sull’impiego della coercizione” da parte delle forze di polizia.
Vi è qualcosa di paradossale in questa vicenda, poiché l’esigenza di un nuovo impianto legislativo era nata proprio in seguito alla morte di due immigrati nel corso delle operazioni di espulsione, gestite con metodi spicci dalla polizia elvetica. Cioè, un palestinese, nel 1999, e un nigeriano, nel 2001, morirono per asfissia, provocata dall’imbavagliamento applicato dagli agenti di polizia.
Quindi, d’ora in poi sarà vietato l’uso di caschi integrali o bavagli che rendano difficile la respirazione, ma in cambio potranno essere utilizzati non solo i cani, ma soprattutto i cosiddetti Taser (Thomas A. Swift’s Electronic Rifle), cioè quei dispositivi che fanno uso dell’elettricità per far contrarre i muscoli della persona colpita.
Insomma, dalla padella alla brace, considerato che i Taser, sebbene classificati ufficialmente armi non letali, hanno in realtà causato numerosi morti in giro per il mondo. Secondo quanto denunciato da Amnesty International, infatti, tra il 2002 e il 2007 le pistole ad elettroshock sono responsabili del decesso di almeno 291 persone negli Usa e nel Canada, dove le forze dell’ordine le impiegano da tempo.
Quanto avvenuto nella vicina Svizzera è paradigmatico di un progressivo imbarbarimento della vita pubblica sul vecchio continente. La riduzione a problema di ordine pubblico e di sicurezza delle questioni sociali, compreso il fenomeno migratorio, produce mostri giuridici che combinano in maniera impressionante ipocrisia e violenza. E, soprattutto, che smontano passo dopo passo lo stato di diritto, legittimando trattamenti speciali e disumani. In fondo, la medesima storia che raccontano ogni giorno i Cpt, quelli nostrani oppure quelli esternalizzati in Nord-Africa, di cui manco si parla più.
Il bisogno di sicurezza sta raggiungendo confini a noi sconosciuti direbbe probabilmente l'autore di qualche film fantascientifico modello Blad Runner. Si dimenticano i reali motivi del perchè ci si trova ad emigrare come ad esempio un paese con forte discriminazione di classe, se non, addirittura, di sottommissione schiavistica ecc. ecc. Ma questa è un'altra storia direbbe l'uomo della strada. Nel nostro paese, come in quello Svizzero, si sta o è già stato iniettato il germe del nazismo prima maniera "noi siamo una razza e quindi dobbiamo tutelarci. Anche con mezzi violenti". Ne fecero le spese per primi, agli albori del '900, i nomadi - esattamente come ora in molte realtà odierne "emancipate e sviluppate" del nord come Milano - poi nel secolo scorso sappiamo come è andata a finire. La causa, prima dell'effetto, è che manca un soggetto politico capace di sostenere con pervicace concretezza e sincerità valori
scusate ancava la fine. '...e sincerità di valori determinati da analisi del contingibile - frutto dell'esperienza storica vissuta - costruendo consenso nelle persone - pena: quello che stiamo vivendo con progressione negatività verso un sistema autoritario. Altro che pistole elettroshock se andiamo avanti così senza analisi storica degli eventi... la prima di tutte ad essere decapitata sarà la democrazia che stà già languendo in leggi trabocchetto e la regione Lombardia in questo la fa da padrona.'