Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 27 marzo 2008 (pag. Milano)
La campagna elettorale forza la mano un po’ a tutti e spesso accade di ascoltare dichiarazioni che sfidano la realtà dei fatti. Questo è sicuramente il caso dell’assessore regionale Boni, che ieri ha glorificato la politica di Regione Lombardia sulla “questione rom”. Secondo lui, infatti, le scelte regionali contribuirebbero a “riqualificare il territorio” e a “renderlo più vivibile e sicuro”.
Peccato però che sia vero l’esatto contrario, poiché Regione Lombardia semplicemente ha scelto di non disporre di alcuna politica degna di questo nome a riguardo. Anzi, pratica consapevolmente e cinicamente il triste gioco del tanto peggio, tanto meglio.
In primo luogo, va ricordato che esiste una legge regionale, la numero 77 del 1989, la quale prevede lo stanziamento di fondi regionali a favore degli enti locali che ospitano sul proprio territorio insediamenti rom. Tuttavia, i comuni lombardi non hanno mai visto un soldo, per il semplice motivo che la maggioranza di centrodestra boicotta da lunghi anni l’applicazione della legge e, in particolare, il suo rifinanziamento in sede di bilancio.
Per quanto riguarda poi le famose modifiche alla legge regionale sul governo del territorio, la n. 12/2005, ispirate direttamente dall’assessore Boni, sfioriamo il grottesco. Infatti, da una parte, è stata introdotta la norma speciale che impone ai comuni di acquisire il consenso dei comuni limitrofi in caso di insediamento di un cosiddetto “campo nomadi” e, dall’altra, è stato contestualmente abrogato l’articolo 3 della legge 77/89. E quest’ultimo, guarda a caso, prevedeva che l’ubicazione dei “campi” doveva essere individuata “in modo da evitare qualsiasi forma di emarginazione urbanistica e da facilitare l’accesso ai servizi e la partecipazione dei nomadi alla vita sociale”.
In altre parole, dopo aver negato per anni i fondi regionali ai comuni, è stata pure abolita l’inclusione sociale, introducendo in cambio un muro di ostacoli per regolarizzare gli insediamenti rom.
Appunto, tanto peggio, tanto meglio. Ovvero, quanto sta già accadendo, e da anni, a Milano, compresa la Bovisasca, con tanti sgomberi e nessuna soluzione. E, alla fine, l’unico risultato di questa folle politica è il nomadismo coatto degli sgomberi, per popolazioni in larghissima parte non più nomadi da generazioni. In altre parole, l’esatto contrario di quello che sostiene imprudentemente l’assessore leghista.