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RISPOSTA A INTERROGAZIONE SU SGOMBERO ROM EFFETTUATO DA VIGILI URBANI
RISPOSTA A INTERROGAZIONE SU SGOMBERO ROM EFFETTUATO DA VIGILI URBANI
di lucmu (del 02/04/2008, in Sicurezza, linkato 860 volte)
L’Assessore regionale alla Polizia Locale, Massimo Ponzoni, ha risposto alla nostra interrogazione relativa all’impiego degli agenti della P.L. di Milano –cioè dei vigili urbani- nello sgombero forzoso delle baracche abitate da rom in via Pozzobonelli, eseguito il 5 dicembre scorso.
L’interrogazione si era resa necessaria perché in quella occasione il vicesindaco De Corato, che detiene altresì la delega alla Sicurezza, aveva pubblicamente rivendicato il fatto che gli agenti della vigilanza urbana erano intervenuti in piena autonomia, cioè non in funzione di appoggio alle forze dell’ordine (vedi anche la news su questo blog del 6-12-2007).
Ebbene, la risposta dell’assessore conferma anzitutto che lo sgombero era stato realizzato in piena autonomia dalla P.L., cioè “direttamente, da sola”. Tuttavia, ritiene che tale intervento autonomo non sia in contrasto con le vigenti leggi nazionali, che assegnano la gestione dell’ordine pubblico agli organi di polizia dello Stato, né con le leggi regionali, che riconoscono alla P.L esclusivamente “funzioni ausiliarie di pubblica sicurezza”.
L’argomento invocato per giustificare tale impiego della vigilanza urbana risiede nella considerazione che si era trattato di un intervento relativo a un fenomeno di abusivismo di “piccole dimensioni”. Cita a sostegno di questa tesi altresì una circolare del Prefetto di Milano, del 16 novembre scorso, in cui effettivamente si riconosce alla P.L. la facoltà di poter procedere in autonomia all’”allontanamento forzoso di persone” in certe condizioni.
Insomma, la tendenza alla militarizzazione dei vigilanza urbana e alla sua trasformazione in polizia del sindaco, invocato da amministratori sia di destra che del Pd, continua imperterrita, anche a costo di interpretazioni della legge a dir poco discutibili. Questo e non altro significa, infatti, voler distinguere le funzioni di pubblica sicurezza e di ordine pubblico da quelle che non lo sono in base a un criterio meramente quantitativo, cioè in base alla “dimensione” dell’intervento repressivo.
Qualcuno potrà dire che si tratta di piccole cose e che non vale la pena perderci tempo, ma noi pensiamo che l’esperienza insegni che spesso sono proprio i “dettagli” a dare la misura delle involuzioni in atto in materia di sicurezza e securitarismo.
 
qui sotto puoi scaricare sia l’interrogazione, che la risposta dell’Assessore
 
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