L’Assessore regionale al lavoro, Rossoni, ci ha dato ragione, confermando l’illegittimità delle esclusioni di alcune categorie di lavoratori precari dalla possibilità di accedere a posti di lavoro temporanei nelle pubbliche amministrazioni (cosiddette “chiamate art. 16”). Questo è il succo della risposta alla nostra interpellanza di tre mesi fa (vedi news su questo blog del 9/1/08).
Il problema era sorto con la delibera della Giunta regionale n. 4890 del 15 giugno 2007, che conteneva delle formulazioni non univoche, e con la successiva applicazione della normativa da parte dei Centri per l’Impiego delle Province. Infatti, a partire dal settembre dell’anno scorso, molte persone si vedevano all’improvviso rifiutate le loro domande di lavoro.
Il diavolo, come al solito, si nascondeva in un dettaglio, cioè nella nuova e più restrittiva interpretazione della categoria “persona priva di occupazione”. Fino ad allora, infatti, quest’ultima comprendeva anche i lavoratori precari con un reddito annuo inferiore a 8.000 euro, come peraltro previsto dalla vigente normativa nazionale e dalla prassi delle Regioni limitrofe.
Fino ad oggi nessuno sembrava interessarsi alla vicenda, nonostante le sollecitazioni di diversi operatori del settore, e soltanto in seguito alla nostra interpellanza sembra muoversi qualcosa, poiché l’Assessore regionale scrive testualmente:
“la definizione di ‘persona priva di occupazione’ deve essere interpretata in modo estensivo e va riferita, oltre ai ‘disoccupati in senso stretto’, anche alle persone in condizione lavorativa in possesso dei requisiti di legge (d.lgs. 181/00) per il mantenimento dello stato di disoccupazione (reddito annuo da lavoro non superiore a quello minimo esente da imposizione fiscale: 8.000 Euro lordi per i redditi da lavoro dipendente e assimilati ed Euro 4.800 per quelli da lavoro autonomo). Le persone ‘prive di occupazione’ possono pertanto partecipare a tutte le selezioni, sia a tempo determinato che a tempo indeterminato.”
Inoltre, la risposta all’interpellanza indicherebbe che a breve dovrebbero essere diramate nuove indicazioni alla Province. Cioè, “per fornire una soluzione adeguata alle criticità emerse in fase di prima attuazione della delibera regionale, gli uffici stanno definendo, di concerto con le Province, puntuali indicazioni tecnico-operative relative alle nuove procedure”.
Insomma, ci auguriamo che ora alle parole seguano i fatti e che venga ristabilita, nel più breve tempo possibile, la corretta applicazione della normativa nazionale.
qui sotto puoi scaricare il testo integrale della risposta all’interpellanza
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