Quanto successo stamattina nel piccolo insediamento rom di via Impastato a Milano ci lascia sbigottiti e sconcertati e, soprattutto, getta un’ombra pesante sulle nostre istituzioni. Tanto per capirci, quello che è successo oggi a Milano sarebbe considerato totalmente illegale nella Francia di Sarkozy.
Infatti, in questi giorni è partito il “censimento” dei rom presenti nell’area metropolitana, come deciso dal Commissario straordinario per l’emergenza rom, il Prefetto Lombardi. E così, stamattina all’alba una cinquantina tra agenti della Questura e della Polizia Locale di Milano e Carabinieri ha bloccato il “campo” di via Impastato, impedendo ai presenti di allontanarsi e procedendo all’acquisizione e alla copiatura dei documenti di identità.
Vista la pessima aria che tira, si direbbe nulla di straordinario, se non fosse per alcuni particolari molto significanti. Cioè, il “campo” di via Impastato, autorizzato dal Comune di Milano e in piena regola, è abitato da circa 35 persone, appartenenti alla famiglia Bezzecchi. Sono tutti cittadini italiani da generazioni e residenti a Milano, i meno giovani tra loro da lunghi decenni. E, infatti, i documenti di identità copiati e schedati dalle forze dell’ordine altro non erano che le normalissime carte d’identità del Comune di Milano.
Quindi, tutti schedati, compreso l’anziano Bezzecchi che porta con sé una memoria greve. Quella del suo internamento, perché zingaro, nel campo di concentramento fascista di Tossicia nei primi anni Quaranta e quella dello sterminio di suo padre, sempre perché zingaro, nel campo di concentramento nazista di Birkenau.
Insomma, se la Prefettura e il Comune volevano sapere chi sono costoro che abitano in via Impastato, bastava consultare il computer dell’anagrafe. Che l’intervento di oggi non possa trovare giustificazione alcuna è peraltro confermato dal fatto che non risultano da nessuna parte denunce penali di alcun tipo, per il semplice motivo che i cittadini del “campo” lavorano e si guadagnano il pane con il sudore della fronte.
La verità è che ormai il clima di ostilità preconcetta nei confronti delle popolazioni sinti, rom e camminanti, in buona parte costruito ad arte da una politica senza scrupoli, ha superato anche l’ultimo limite, quello più delicato. Quando le istituzioni pubbliche procedono a schedature di massa su base etnica, con metodi spicci e polizieschi, e persino a prescindere dai concetti di cittadinanza e di eguaglianza davanti alla legge, allora siamo di fronte all’inaccettabile, alla rottura con la nostra Costituzione e con la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. In altre parole, si sta materializzando il fantasma del razzismo istituzionale.
Il Commissario Lombardi ha il preciso dovere di porre immediatamente fine a queste pratiche contrarie all’umanità e allo stato di diritto. E le forze politiche e sociali, gli uomini e le donne della nostra città che hanno a cuore la democrazia e il futuro hanno il dovere di ribellarsi a questa porcheria.
che cosa possiamo fare? non siamo al nazismo ma siamo certamente ai pogrom antisemiti della Francia di fine Ottocento e della Russia di primo Novecento con l'aggravante che veniamo dopo
Ciao Luciano, sono il baro (ci conosciamo: quello di reti-invisibili). Ho una curiosità: il "rastrellamento" è avvenuto, da quanto leggo, in Via Impastato: la via è dedicata a Peppino o si tratta di un'omonimia? Perchè, se si trattasse di una via dedicata a Peppino, il tutto suonerebbe inquietante non solo dal punto di vista sostanziale, ma anche dal punto di vista simbolico. Quesi un contrappunto, uno schiaffo verso una figura che inorridirebbe al pensiero di questi "censimenti su basi razziali"
ebbene sì, la via si chiama Via Giuseppe Impastato e il nome di battesimo vero di Peppino era appunto Giuseppe. Per le tue considerazioni di merito non posso che essere totalmente d'accordo. Luciano
anche io, come la prof. Maria Merigi mi chiedo cosa possiamo fare? Si sta respirando un'aria veramente brutta. Forse sarebbe anche utile organizzarsi come 'vigilantes' antifascisti pronti a riconoscere e reagire in situazioni quotidiani. Un laboratorio antifascista? Mi rendo conto che a volte non so cosa fare o dire, ma se mi trovasse con altre persone a cercare strategie e sostegno, mi sentirei meno sola e farei sentire meno soli quelle persone che forse sono della nostra parte ma credono di essere soli.-- Bisogna assolutamente fare qualcosa, reagire, vivere questa situazione con un senso di allarme tale che diventa una vera priorità.
Accidenti! Ma non riusciamo a capire che il fenomeno razziale ha origini prima ancora che naziste arriva in parte dalla Società teosofica e lo trovate nel libro "Iside svelata" o "La dottrina segreta" dell'occultista Madame Helene Petrovna Blavatsky dove questa divulgò, in antiesi a Darwin, il concetto di lotta spirituale tra razze e di superiorità innata della razza "ariana". Tanto ebbe presa sulle persone questa teoria che venne stimolata dal dott. Wilhelm Hubbe-Schleiden (precursore della teoria nazista dello 'spazio vitale')che la trasformò sempre più in elitaria e razzista fino ad arrivare da List a Sebonttendorff (thulista e mentore di Hitler)alla pulizia etnica da parte dei movimenti di supremazia bianca che qualcuno vorrebbe riportare agli apologeti wolkisch. Ribadire continuamente che esistono razze non dicendo quello che lo stesso Einstein cercò di chiarire sulla mistificazione della specie porterà inevitabilmente alla ditt
Forse ricostituire i Comitati Anti Fascisti sarebbe un idea,prepariamoci a difenderci e a vendere cara la pelle... ma la responsabilità più grave non è della politica ma dei media corrotti!!!