Esprimiamo la nostra completa solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici dello stabilimento Bonduelle di San Paolo D’Argon (Bg), molti dei quali rischiano ora il licenziamento di fatto. E contemporaneamente chiediamo, mediante l’interpellanza depositata oggi, l’intervento urgente di Regione Lombardia, affinché venga garantito un futuro occupazionale reale a tutti i dipendenti.
Quanto sta facendo la Bonduelle nel bergamasco è inaccettabile sotto ogni punto di vista. Infatti, dal 28 febbraio scorso, giorno in cui un incendio aveva distrutto lo stabilimento della Bonduelle di San Paolo D’Argon, i circa 140 dipendenti vivono in una sorta di incubo.
La multinazionale non solo aveva chiarito che non intendeva riattivare la produzione in loco e pregiudizialmente rifiutato di richiedere la cassa integrazione straordinaria dopo la fine di quella ordinaria, ma il 19 giugno ha annunciato ai sindacati di voler procedere unilateralmente al trasferimento dei dipendenti verso altri stabilimenti del gruppo. E che trasferimenti! Mentre 90 di loro dovrebbero andare a Lallio, sempre in provincia di Bergamo, e 15 rimanere a non meglio specificata “disposizione”, in 30 dovrebbero però prendere servizio, entro il 16 luglio, nello stabilimento di Battipaglia, provincia di Salerno, a quasi mille chilometri di distanza!
Dire a un lavoratore che in pochi giorni deve fare i bagagli e decidere di capovolgere la propria vita e quella della propria famiglia, trasferendosi da Bergamo a Salerno, non si chiama “trasferimento”, bensì licenziamento appena mascherato. E un licenziamento nemmeno giustificato, poiché gli stabilimenti che in provincia di Bergamo fanno capo al gruppo Bonduelle sarebbero tranquillamente in grado di assorbire tutti i lavoratori.
La verità è molto più banale, cioè la Bonduelle vuole liberarsi di un po’ di “rompiscatole”. Di fronte all’indisponibilità al confronto sindacale da parte della multinazionale, infatti, le maestranze di San Paolo D’Argon avevano fatto sentire la loro voce sin dal primo momento, chiedendo pubblicamente un minimo di rispetto e una prospettiva occupazionale dignitosa e reale. Evidentemente troppo per la Bonduelle, che sembra aver scelto la strada del colpirne 30 per educarne 100. E se così facendo si perdono per strada anche un po’ di lavoratori con un contratto a tempo indeterminato, tanto meglio.
Per questi motivi crediamo sia doveroso che le istituzioni intervengano per richiamare la multinazionale Bonduelle a un comportamento rispettoso dei lavoratori e del territorio. E questo significa anzitutto ritirare i trasferimenti e concordare con la Rsu e le organizzazioni sindacali una soluzione che garantisca un futuro occupazionale reale a tutti i dipendenti.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
qui sotto puoi scaricare il testo dell’interpellanza
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