Bene hanno fatto la Flc-Cgil nazionale e la Cgil Lombardia a chiedere al Governo di impugnare la legge regionale n.19, relativa al “sistema educativo di istruzione e formazione della Regione Lombardia”, approvata a colpi di maggioranza e in semiclandestinità il 27 luglio scorso, con il voto contrario dei consiglieri regionali di Prc, PdCI, IdV, Verdi e Sinistra Democratica.
Sin dal principio, abbiamo combattuto con forza il progetto formigoniano che riteniamo estremamente pericoloso per la scuola lombarda e carico di conseguenze negative sul piano nazionale. Infatti, non si tratta soltanto della riproposizione della Riforma Moratti in salsa padana e di un’ulteriore pioggia di denaro pubblico a favore della scuola privata, ma di un vero e proprio attacco contro l’unitarietà del sistema nazionale di istruzione.
La legge regionale voluta e imposta dal centrodestra lombardo, dunque, oltre a essere sbagliata nel merito, è palesemente illegittima sul piano costituzionale. Cosa che, insieme ad altri, abbiamo detto e ridetto in ogni sede istituzionale, senza che la maggioranza se ne curasse minimamente. Ma siccome siamo ostinati, dopo l’approvazione della legge, Rifondazione Comunista ha richiesto un parere specialistico allo studio legale milanese che fa capo al noto costituzionalista Prof. Avv. Vittorio Angiolini.
Ebbene, proprio in questi giorni ci è pervenuto il parere che conferma autorevolmente quanto da noi sostenuto, cioè che la legge regionale presenta seri problemi di incostituzionalità. Illegittimo è il finanziamento pubblico diretto alla scuola privata mediante il meccanismo della “quota capitaria” e illegittime sono le norme regionali che invadono il campo dell’obbligo scolastico, dei percorsi formativi e delle certificazioni dei risultati raggiunti.
Abbiamo già provveduto a interessare i livelli nazionali, affinché il Ministro dell’Istruzione Fioroni venga puntualmente informato. Di fronte ai serissimi e documentati dubbi di legittimità, Rifondazione Comunista ritiene imprescindibile che il Governo proceda a impugnare presso la Corte Costituzionale questa legge.