Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 6 sett. 2007 (pag. Milano)
Oggi è stato cancellato il murale alla Darsena che ricordava Davide “Dax” Cesare, militante del centro sociale O.R.So, assassinato nel marzo 2003 da alcuni neofascisti. Ora gli amministratori e consiglieri comunali post-fascisti di An potranno liberamente esultare: un altro pezzo di memoria storica della città è stato gettato nella spazzatura. In nome del decoro urbano e del ripristino della legalità, ovviamente.
Potremmo cavarcela con un po’ di ironia sulla miseria della politica che ormai sembra farla da padrona, se non fosse per il fatto che gli ultimi anni vedono una preoccupante crescita della violenza di estrema destra a Milano e in Lombardia. Certo, se ne parla poco, ma la realtà è questa. E se non ci credete, chiedete in Questura.
Eppure, in tutto questo tempo gli amministratori milanesi, con in testa gli esponenti di An, hanno fatto scientemente finta di niente, impegnandosi, anzi, in reiterate campagne revisioniste. E così il 25 aprile diventava occasione di riabilitazione dei combattenti della Repubblica di Salò e la memoria della strage fascista di piazza Fontana iniziava ad essere aggredita con l’indecente blitz contro la lapide a Pinelli. Nel frattempo, mentre incessante prosegue la crociata del vicesindaco De Corato contro tutto ciò che sa di centri sociali, la destra milanese si mostra invece comprensiva e ipertollerante verso il nuovo protagonismo di gruppi neofascisti e neonazisti. Cuore Nero docet.
La cancellazione del murale di Dax non è soltanto un atto vile, poiché offende la memoria e il dolore ancora vivo di familiari e amici, ma anche una manifestazione di grave irresponsabilità politica che pesa integralmente sulle spalle del sindaco Moratti.
A lei chiediamo di assumersi le proprie responsabilità, di fermare le campagne revisioniste e di dire finalmente alla città cosa intende fare contro il proliferare di gruppi violenti di estrema destra.
Per quanto riguarda il murale, pensiamo semplicemente che il compito degli antifascisti milanesi sia quello di rifarlo al più presto, sulla Darsena o altrove.