Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 26 sett. 2008 (pag. Milano)
Manca ancora l’atto formale, ma è già tutto pronto. Il Prefetto ha dato il via libera a quattro ordinanze del Sindaco di Milano che prevedono nuovi divieti e multe di 500 euro per chi in luogo pubblico pratica o usufruisce della prostituzione, si fuma uno spinello o chiede l’elemosina. Nuove sanzioni scatteranno anche per i writers.
Ordinanze simili o più fantasiose stanno per essere varate anche in diversi Comuni della provincia. Anzi, sembra quasi una gara tra chi la spara più grossa, senza badare troppo a dei dettagli come l’utilità, l’efficacia e l’applicabilità dei vari provvedimenti.
E così, accanto al must delle multe a prostitute e clienti, troviamo un po’ di tutto. A Cornaredo, per esempio, ci sono anche restrizioni sulla vendita di bevande alcoliche e analcoliche da asporto e sarà proibito “bivaccare” in luoghi pubblici oppure consumare alcolici fuori dagli esercizi commerciali. E che non vi venga in mente di passare da Cornaredo nelle afose giornate estive, perché cedere alla tentazione di togliervi la maglietta potrebbe costarvi caro. Infatti, è vietato anche passeggiare a dorso nudo.
Dall’altra parte, di limiti normativi alla fantasia non ce ne sono quasi più, considerato che il decreto legge n. 92/2008 e il decreto ministeriale di Maroni del 5 agosto assegnano ai primi cittadini nuovi poteri in materia di “incolumità pubblica” e “sicurezza urbana”, la cui definizione è talmente elastica da ricomprendervi anche il “decoro urbano”, l’”intralcio alla pubblica viabilità” e “comportamenti che possono offendere la pubblica decenza”.
Ovviamente non si tratta di novità assolute. Da tempo molti Sindaci non solo reclamano più poteri nel campo della “sicurezza”, ma spesso se li sono semplicemente presi. La lenta e inesorabile metamorfosi della vigilanza urbana, sempre meno ghisa e sempre più polizia del Sindaco, sta lì a ricordarcelo, così come le forzature in stile Cofferati o le ordinanze anti-immigrati dei Sindaci leghisti. Tuttavia, ora c’è un innegabile salto di qualità.
Anzitutto, l’intervento governativo, oltre a legittimare ciò che molti amministratori già stavano facendo, lo ha reso normale e ne ha incentivato l’emulazione. Non a caso, infatti, troviamo oggi in prima fila anche alcuni Sindaci di centrosinistra che fino a ieri avevano criticato la deriva securitaria.
In secondo luogo, si sta allargando vistosamente la platea dei destinatari dei provvedimenti. Fino ad oggi l’obiettivo privilegiato, sebbene non esclusivo, dei sindaci-sceriffo erano gli immigrati, mentre nell’attuale ondata di ordinanze si rafforzano gli interventi che colpiscono i comportamenti, specie dei giovani, e alcune condizioni sociali.
Infine, va sottolineata una caratteristica che accomuna i diversi soggetti che vengono colpiti dalla logica puramente repressiva delle ordinanze: nessuno di loro è portatore di interessi forti. Così, a Milano è considerato indecoroso che un giovane si fumi una canna in un parco cittadino, ma non il fatto che la città sia la capitale europea dello smercio di cocaina; è considerato indecente che un poveraccio chieda l’elemosina in piazza, ma non che la maggioranza in Consiglio comunale blocchi l’istituzione della commissione antimafia.
In fondo, un’immagine fedele di quello che sta diventando la nostra città. Una terra arida ed escludente, dove chi dispone di sufficienti mezzi economici fa più o meno quello che vuole, mentre tutti gli altri devono accontentarsi della demagogia securitaria e dell’ipocrisia, elargite in grandi quantità. Una ragione in più per non stare in silenzio e guardare dall’altra parte.
qui sotto puoi scaricare il testo del decreto del Ministro dell’Interno del 5 agosto 2008