Eliminare i vistosi e scandalosi privilegi nell’assegnazione di fondi regionali alle scuole private e recuperare così almeno 25 milioni di euro da destinare all’edilizia scolastica. È questa la proposta contenuta in un ordine del giorno presentato dall’opposizione –a firma dei Consiglieri Muhlbauer (Prc), Squassina (Sd), Valmaggi (Pd), Zamponi (IdV) e Monguzzi (Verdi) – in occasione della sessione di bilancio del Consiglio regionale.
Infatti, Regione Lombardia non soltanto spende ogni anno ingenti quantità di denaro pubblico per la scuola privata, ma soprattutto lo fa utilizzando delle regole fatte su misura. È questa la spiegazione dell’incredibile fatto che la Regione eroga tutti gli anni, attraverso il meccanismo del “buono scuola”, ora ridenominato “dote per la libertà di scelta”, dei sussidi regionali a delle famiglie benestanti.
Tanto per capirci, nell’anno scolastico 2007/08 sono stati spesi 45 milioni di euro per i “buoni scuola” e soltanto il 28% di questa somma è andata a famiglie che dichiarano al fisco un reddito annuo inferiore a 30mila euro. Tutto il resto, cioè quasi i due terzi, è andato a famiglie con redditi più alti, tra le quali troviamo ben 3.000 con un reddito annuo che si colloca tra 100 e 198mila euro.
Tutto ciò è possibile, appunto, grazie al principio dei due pesi e delle due misure. Nel caso del “buono scuola”, infatti, il tipo di Isee (il riccometro) utilizzato è unico nel suo genere.
Anzitutto, a differenza di quanto avviene normalmente, esso non prevede la rilevazione della situazione patrimoniale, sia mobiliare che immobiliare. In secondo luogo, il tetto massimo di “reddito Isee” per poter accedere al “buono” è straordinariamente generoso: 46.597 euro. Basti qui ricordare che il tetto massimo previsto dalla stessa Regione nel caso del sostegno alle famiglie degli studenti della scuola pubblica è invece di 15.458 euro!
Infine, va ricordato che per accedere al “buono” non è nemmeno richiesto il famoso merito, solitamente sbandierato ai quattro venti dal centrodestra, mentre se uno studente della pubblica intende richiedere l’assegno di studio deve dimostrare non soltanto di essere economicamente svantaggiato, ma altresì meritevole.
Noi non siamo d’accordo con il finanziamento pubblico alla scuola privata e pensiamo che i soldi di tutti debbano servire per riqualificare la scuola di tutti, ma oggi e qui non è questo il problema che poniamo. Chiediamo semplicemente al Consiglio regionale di ristabilire un minimo di equità e trasparenza, applicando alla minoranza che frequenta la scuola privata le stesse regole che valgono per la maggioranza che frequenta la scuola pubblica.
Cioè, chiediamo di fare un po’ di igiene politica, abolendo i privilegi e il sussidio pubblico ai benestanti, per limitarlo soltanto a chi ne ha davvero bisogno, e soprattutto risparmiando così almeno 25 milioni di euro, che noi riteniamo vadano destinati all’edilizia scolastica.
Ovviamente, e lo chiede un secondo ordine del giorno, va posto fine anche all’oscenità dello storno di denaro dai fondi regionali per l’edilizia scolastica per finanziare la costruzione di nuove scuole private, com’è successo questo anno a Crema, a favore della Fondazione Charis, guarda a caso di area Comunione e Liberazione.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
qui sotto puoi scaricare il testo integrale dei due Ordini del Giorno citati
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