Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su Liberazione del 8 genn. 2009
Esprimiamo la nostra completa solidarietà ai lavoratori del settore cargo dell’aeroporto di Malpensa, che ieri hanno manifestato in difesa dell’occupazione.
Il fatto stesso che a Malpensa ci sia una crisi occupazionale è in realtà un controsenso, che si spiega soltanto con le scelte politiche del Governo, tese a garantire alla Cai una situazione di monopolio in vista del suo ingresso, in condizione subordinata, nel gruppo Air France.
Infatti, il mercato del trasporto aereo lombardo, sia per il traffico passeggeri che per quello merci, ha registrato negli ultimi dieci anni una continua crescita e questo trend prevedibilmente continuerà, sebbene forse in maniera più attenuata a causa della crisi economica generale. E si tratta di una domanda di trasporto largamente originata in loco e pertanto difficilmente dirottabile verso aree distanti del paese.
E quindi fuori luogo e fuorviante insistere su una presunta guerra tra Roma e Milano, come fa la Lega, che esiste soltanto nella misura in cui in Italia non si è mai voluto procedere ad una programmazione del trasporto aereo e della sua infrastruttura aeroportuale. Ma questo discorso vale non solo per il piano nazionale, ma altresì per quello specificamente lombardo e limitrofo, dove gli aeroporti sono cresciuti in maniera anarchica.
La realtà è molto più banale e molto meno nobile. Cioè, dopo aver condotto un anno fa una violenta campagna propagandistica contro la “svendita a Air France”, il centrodestra lombardo, che occupa tutti i posti chiave nell’attuale Governo “romano”, ha partorito una strana coalizione di imprenditori italiani, che si tiene soltanto grazie a un costosissimo sistema di favori e contropartite governative, e una compagnia aerea bonsai, la cui unica prospettiva strategica è quella di confluire in uno dei grandi gruppi internazionali, che guarda a caso è sempre Air France.
E, com’è risaputo, Air France non ha alcun interesse, data la sua strategia industriale e commerciale, ad utilizzare Malpensa, ma piuttosto quello di ridimensionare il suo ruolo internazionale. Ma questo lo sanno tutti da tempo e soprattutto lo sanno i partiti del centrodestra, che pubblicamente sparano a zero su Air France, ma nelle stanze di governo hanno compattamente approvato e sostenuto l’operazione Cai.
La si smetta dunque con lo stucchevole teatrino politico, di cui la Lega si mostra maestra. Malpensa si trova al centro di un ricco mercato e se la Cai ridimensiona fortemente la sua attività nello scalo varesino, allora si tratta di garantire temporaneamente gli ammortizzatori sociali ai lavoratori colpiti, compresi i precari, e di liberare i diritti di volo e gli slot per altri vettori interessati a subentrare. Che sia Lufthansa o altri. Cioè, esattamente quello che chiedono i lavoratori e le organizzazioni sindacali che ieri hanno manifestato.
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