VIOLENTO INTERVENTO DI POLIZIA CONTRO GLI OPERAI DELL'INNSE. MA IL PRESIDIO CONTINUA
VIOLENTO INTERVENTO DI POLIZIA CONTRO GLI OPERAI DELL'INNSE. MA IL PRESIDIO CONTINUA
di lucmu (del 10/02/2009, in Lavoro, linkato 1022 volte)
I frutti amari della chiusura frettolosa del tavolo di confronto in Regione, voluta dall’Assessore Rossoni, non hanno tardato a manifestarsi. E così, ancora prima dell’alba, un ingente schieramento di polizia e carabinieri, quasi 200 uomini, ha forzato con la violenza il presidio degli operai dell’Innse e fatto entrare nello stabilimento due camion del proprietario e finto imprenditore, Silvano Genta.
La prima e più violenta carica si è verificata poco prima delle ore 6.00, nei pressi dell’ingresso laterale, dove era presente un reparto dei carabinieri. La carica è stata assolutamente indiscriminata e sono stati presi a manganellate sulla testa gli operai, un sindacalista della Fiom e anche il sottoscritto, nonostante la sua qualifica di Consigliere regionale fosse conosciuta dai responsabili di piazza.
Alla fine, grazie alla determinazione dei lavoratori, la Questura e Genta hanno dovuto accettare che un sindacalista della Fiom e un delegato Rsu potessero entrare nel capannone e verificare che i macchinari non venissero manomessi. Quindi, oggi Genta si porta via due camion di semilavorati, cioè esattamente quanto gli avevano proposto gli operai prima di natale, ma che lui aveva rifiutato.
Anche se il presidio dei lavoratori continuerà, così come il nostro appoggio a loro, c’è da aspettarsi che tra non poco tempo Genta e la polizia si ripresenteranno ai cancelli per finire il lavoro, riempiendo nuovamente di botte gli operai. Questa è anzi una certezza, a meno che le istituzioni non facciano quello che finora non hanno fatto, cioè promuovere un tavolo negoziale serio, che non si limiti semplicemente a fotografare le difficoltà della situazione.
E una responsabilità particolare ce l’ha la Regione Lombardia. Pertanto chiediamo ancora una volta all’Assessore Rossoni e al Presidente Formigoni di adoperarsi in quella direzione, fermando la folle corsa verso lo scontro violento con gli operai dell’Innse. Anche perché inaugurare a Milano un anno difficile di crisi con i manganelli sugli operai è inaccettabile e inquietante da ogni punto di vista.