L’intesa tra il Presidente Formigoni e il Ministro Gelmini non merita certo tutto l’incensamento profuso in queste ore dal presidente lombardo. Infatti, non c’è nulla di rivoluzionario o meglio, non c’è nulla di certo, se non che tutte le cose che contano sono rinviate a successivi accordi tra Regione e Governo o tra Regione e Ufficio scolastico e alle determinazioni del futuro “organismo paritetico di coordinamento”. Persino l’adesione alla sperimentazione da parte degli Istituti tecnici e professionali statali è su base volontaria.
In altre parole, per ottenere dal Governo amico il ritiro del ricorso contro la contestata legge regionale n. 19/2007, promosso dal Governo Prodi davanti alla Corte Costituzionale, il centrodestra lombardo ha dovuto prima auto-emendare la legge stessa (dicembre 2008) e, ora, sottoscrivere con il Ministero un’intesa che garantisce un saldo controllo statale sulle ambizioni cielline.
Eppure, c’è poco da essere sereni, perché al di là degli scontri di potere all’interno del centrodestra, vi è una sostanziale identità di vedute tra Formigoni e Gelmini per quanto riguarda il futuro - o non-futuro - della scuola pubblica. E così, l’intesa delinea anche un possibile orizzonte, che vede il progressivo assorbimento dei circa 170 Istituti Tecnici e Professionali Statali nel sistema lombardo della formazione professionale.
Detto altrimenti, gli istituti pubblici finiscono pian pianino sotto giurisdizione del Pirellone, compresa la gestione del personale, e vengono dunque inseriti in un sistema pubblico-privato. Lo strumento è quello della sperimentazione e della deroga ad hoc alla legislazione nazionale vigente.
Quindi, laddove oggi prevalgono l’incertezza e il fumo propagandistico, per il domani, se li lasciamo fare, si annunciano tempi duri per l’istruzione tecnica e professionale pubblica.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
qui sotto puoi scaricare il testo dell’inteso Formigoni-Gelmini