La proposta di riforma dei canoni di locazione nelle case popolari lombarde, approvata oggi dalla Giunta regionale, incontra la nostra totale contrarietà. Il provvedimento non soltanto è iniquo in sé, poiché comporterebbe un aumento generale dei livelli d’affitto, colpendo in maniera particolare le fasce economicamente più deboli, ma si inserisce in quella politica di smantellamento dell’edilizia residenziale pubblica che sembra ormai predominare in Lombardia.
Infatti, è dall’inizio della legislatura che il centrodestra lombardo persegue una controriforma strisciante di tutta la normativa in materia, difficilmente leggibile e comprensibile per un non addetto ai lavori, visto il metodo a spizzichi e bocconi adottato. E così, un giorno si approva il piano triennale regionale, un altro si incentiva la vendita degli alloggi popolari vuoti e un altro ancora, come ieri, si interviene sull’edilizia convenzionata. E non finirà nemmeno con il provvedimento sui canoni d’affitto delle case popolari, poiché altre modifiche sono già annunciate per il futuro, come quella sulla vendita degli alloggi occupati.
Per capire meglio di cosa stiamo parlando, i diversi pezzi del puzzle vanno messi in relazione tra di loro. Per esempio, prima di Natale il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza il Programma regionale per l’edilizia residenziale pubblica (Prerp) 2007-2009 che ha imposto un taglio brutale, nell’ordine del 75%, dei fondi per la manutenzione e la costruzione di case popolari. Cioè, per dirla con i numeri, dagli 810 milioni di euro del triennio precedente, si è scesi ai 233 milioni di quello odierno. Tutto chiaro? Non si costruiscono più case popolari, né si riesce a finanziare una manutenzione decente, ma in cambio si incentivano le dismissioni, si aprono le porte alle immobiliari private e si aumentano i canoni d’affitto. E, manco a dirlo, degli sprechi e delle tante consulenze dell’Aler nessuno sembra voler parlare.
Insomma, proprio quando il problema dell’accesso alla casa per i ceti popolari si fa sempre più esplosivo, specie nelle aree metropolitane, la Giunta Formigoni punta sulla dismissione dell’intervento pubblico e sull’aumento dei canoni di locazione nelle case popolari. Una scelta politica che consideriamo altamente irresponsabile e socialmente insostenibile.
Per questo ci opporremo in Consiglio al provvedimento sui canoni e chiediamo di nuovo che si apra invece una discussione organica e comprensibile sulla politica generale per la casa in Lombardia, con l’obiettivo del rilancio e della riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica e non della fuga verso il privato.
comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
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