Il gruppo Eutelia intende dismettere tutto il settore IT (Information Technology) e questo significherebbe licenziare 2.000 dipendenti, tra cui tutti i 500 lavoratori dello stabilimento di Pregnana Milanese. Chiediamo alla Giunta regionale di intervenire con la massima urgenza e determinazione nella vicenda, con l’obiettivo del mantenimento del sito milanese e dei suoi livelli occupazionali.
Stamattina i lavoratori dell’Eutelia hanno presidiato il Pirellone e sono stati poi ricevuti da due dirigenti regionali, ai quali hanno ribadito le loro richieste. Infatti, finora Regione Lombardia ha tenuto un profilo molto basso, non partecipando neanche all’incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico, tenutosi il 21 aprile scorso, che aveva invece visto la presenza delle altre Regioni interessate.
Oggi pomeriggio si terrà un ulteriore incontro al Ministero e questa volta almeno un funzionario della sede romana della Regione parteciperà. Bene, ma tutto ciò non basta. Occorre un salto di qualità, superando finalmente quel tabù politico e ideologico secondo il quale le istituzioni non devono “interferire” con il mercato, limitandosi dunque a un po’ di finanziamenti a pioggia per le imprese e agli ammortizzatori sociali per i lavoratori espulsi dal posto di lavoro.
Abbiamo i piedi per terra, conosciamo le competenze dei vari livelli istituzionali e sappiamo bene che una Regione, anche se si tratta della robusta Lombardia, non può fare miracoli. Ma sappiamo anche, come chiunque peraltro, che la mobilitazione del peso politico e istituzionale di Regione Lombardia modificherebbe sensibilmente i termini della questione. E questo vale in particolare per casi come quello di Eutelia, dove la crisi mondiale c’entra soltanto in parte, ma in cambio funge da utile foglia di fico.
Le difficoltà del gruppo Eutelia sono frutto anzitutto di scelte manageriali sbagliate, in parte riconducibili a ragioni e interessi estranei alla sua missione industriale. Infatti, è difficile sostenere che non ci sia più mercato per i servizi informatici offerti dalle aziende del gruppo, considerato che buona parte della clientela è costituita dalla Pubblica Amministrazione, compresi Parlamento, Ministeri e Regione Lombardia. E altrettanto difficile è ignorare la forte pressione degli interessi immobiliari, in vista dell’Expo, sull’area dove oggi sorge il sito di Pregnana Milanese.
A tutto ciò potremmo infine aggiungere la situazione a dir poco ambigua della famiglia Landi, il maggior azionista di Eutelia, indagata dalla magistratura per associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale e falso in bilancio per una somma, secondo gli inquirenti, di circa 41 milioni di euro.
Insomma, ci pare che tentare di dare un futuro ai lavoratori dell’Eutelia e salvaguardare il grande patrimonio di professionalità sia possibile, oltre che doveroso.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
P.S. già un anno fa Eutelia voleva mettere in Cassaintegrazione quasi 800 dipendenti, di cui 240 a Pregnana. Alla fine, per evitarlo le parti avevano concordato i contratti di solidarietà. Ma l’azienda, nonostante i risparmi derivanti dall’applicazione di questi, non ha mai lavorato su un piano industriale serio e ora vogliono semplicemente chiudere.
Gentile signor Consiliere,
sono un fisico elettronico ex Olivetti e mi permetto di ricordarle che i dipendenti Eutelia di Pregnana Milanese in passato (negli anni '60) erano i ricercatori dei gloriosi Laboratori Elettronici Olivetti, che avevano progettato l'Elea, venduti per i noti motivi alla Honeywell americana, sopravvissuti fino agli anni '90 quando sono stati venduti alla Bull che rapidamente ha liquidato l'informatica italiana,la quale con gli americani aveva continuato a progettare a Pregnana computers (hardware e software) e a venderli in tutto il mondo. Mi piacerebbe che rientrasse in gioco l'Olivetti (tramite la Telecom) per non disperdere un così importante concentrato di professionalità. Mi sembra impossibile che in un mondo in cui due ragazzini mettono in piedi una Google e diano lavoro a migliaia di tecnici, in Italia non ci siano idee per rilanciare la nostra informatica.
Cordialmente le auguro buon lavoro.