Stamattina i consiglieri regionali hanno potuto assistere a una scena insolita. Davanti all’albergo di lusso Hilton, che si trova a due passi dalla sede del Consiglio regionale, in via Galvani, non c’era il solito via vai di clienti facoltosi, bensì un rumoroso presidio di dipendenti dell’albergo, che protestavano contro i licenziamenti.
Ma come? Il famoso Hilton, peraltro pieno in questi giorni, colpito così fortemente dalla crisi che deve licenziare il 20% del suo personale? E, come se non bastasse, senza nemmeno passare dalla cassa integrazione, tranquillamente utilizzabile anche nel caso in questione dopo l’Accordo sugli ammortizzatori in deroga firmato in Regione il 4 maggio scorso?
Infatti, la crisi non c’entra, o meglio c’entra come foglia di fico per razionalizzare i costi e aumentare gli utili, ovviamente sulle spalle dei più deboli. E così, era stato comunicato alla trentina di lavoratori e lavoratrici, addetti alle attività di piano e qualcuno dipendente dell’albergo anche da 25 anni, che sarebbero stati licenziati per essere poi riassunti da una ditta esterna, con condizioni contrattuali e salariali peggiori. Cioè, dovrebbero essere esternalizzati e precarizzati.
Di furbetti della crisi se ne vedono tanti, purtroppo. Ma non ci aspettavamo che partecipasse a questo triste gioco anche l’Hilton. Nell’esprimere la nostra solidarietà con i lavoratori e le lavoratrici, chiediamo alla direzione dell’albergo di riaprire immediatamente il confronto con l’organizzazione sindacale, la Cub, che rappresenta questi lavoratori.
Se davvero di crisi si tratta, allora si utilizzino tutte le procedure regolari, cioè gli ammortizzatori sociali, per superare il momento difficile. Se invece si tratta di fare i furbi, come allo stato sembra, l’Hilton non può certo immaginarsi di poter fare questa operazione senza mettere in gioco la sua immagine pubblica.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
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