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A UN ANNO DALLO SGOMBERO, RIOCCUPATA LA FORNACE DI RHO
A UN ANNO DALLO SGOMBERO, RIOCCUPATA LA FORNACE DI RHO
di lucmu (del 24/05/2009, in Movimenti, linkato 1678 volte)
Ieri sera, sabato 23 maggio, un centinaio di ragazzi e ragazze hanno rioccupato la sede originaria del centro sociale Sos Fornace, in via S. Martino 20, a Rho (Milano). L’hanno fatto nel primo anniversario dello sgombero (27 maggio 2008), a suo tempo voluto e ottenuto dal Sindaco Zucchetti, uomo della scuderia ciellina di Formigoni.
Lo stabile, peraltro, è quasi esattamente nelle stesse condizioni in cui fu lasciato un anno fa, a riprova che lo sgombero era stato anzitutto un gesto politico dell’amministrazione comunale contro un centro sociale che criticava e critica la sua politica e le molteplici speculazioni in atto attorno ai progetti di Expo 2015.
Ovviamente, non si sa quanto durerà, per ora è tutto tranquillo, almeno fino a lunedì. Poi si vedrà.
Intanto, è già stato indetto un corteo a Rho per il 30 maggio prossimo. Per saperne di più vai sul sito della Fornace.
 
Qui sotto riproduciamo il comunicato della Sos Fornace di ieri notte:
 
 
Oggi, a un anno dallo sgombero del centro sociale SOS Fornace, abbiamo rioccupato l’area di via S. Martino 20.
Abbiamo deciso di riprenderci quello spazio perchè l’esperienza del centro sociale è stato un vero e proprio esempio di “riqualificazione dal basso” di un’area dismessa che, attraverso l’autogestione, è stata riportata in vita, facendola diventare in tre anni un contenitore di esperienze critiche e conflittuali contro la ristrutturazione che sta subendo il nostro territorio, motore di iniziative rivolte alla città e un tentativo di risposta ai bisogni collettivi attraverso l’autorganizzazione.
La scelta dell’area di via S. Martino non è dovuta alla nostalgia. Questo spazio è situato in un’area strategica rispetto al prossimo sviluppo della città e alla costruzione della città-vetrina. Nel nuovo PGT i quartieri di S. Martino e Lucernate sono infatti indicati come epicentri della trasformazione verso il futuro assetto prospettato per Rho: quello di essere un cento direzionale sul modello de “La Défense” parigina, che comporterà la riconversione delle aree produttive e la conseguente terziarizzazione del territorio attraverso la costruzione di strutture ricettive, centri commerciali, uffici e la “densificazione” dei tessuti residenziali a bassa intensità.
La città-vetrina di Fiera ed Expo è un cimitero di passioni per chi ci vive. E’ una città grigia, vuota, escludente, governata dalla paura del “nemico pubblico” di turno, nella quale le politiche securitarie si abbattono contro i soggetti deboli e non omologati - materia di ordine pubblico quando non di decoro urbano - tutelando nel contempo il profitto e la rendita dei soliti affaristi e speculatori malgrado i veri produttori di ricchezza di questo territorio siano precari e migranti.
Al cemento si unisce dunque il manganello, connubio ben rappresentato dalla scricchiolante maggioranza che governa la città. Da una parte, al timone delle trasformazioni, il sindaco Zucchetti: ciellino, uomo di Formigoni ed emissario della Compagnia delle opere, e quindi della Fiera; dall’altra la Lega Nord, della cui pretesa di difendere il territorio rimane solo il razzismo e l’intolleranza, visto che gli interessi dei cittadini rhodensi sono già stati ampiamente svenduti in cambio di qualche poltrona nei posti chiave di Fiera Milano e della Società di Gestione di Expo 2015.
Con questa occupazione vogliamo aprire una vertenza rispetto all’assetto complessivo che questo territorio, stretto nelle mani rapaci di Fiera ed Expo, andrà ad assumere nei prossimi anni.
Riporteremo in via S. Martino 20 i percorsi, le vertenzialità e il conflitto che abbiamo prodotto, autorganizzandoci, all’interno della città vetrina di Expo 2015, convinti che l’unico modo per uscire dalla crisi sia quello di riappropriarsi dal basso della ricchezza che attraversa questo territorio reclamando un welfare metropolitano che garantisca un reddito di base a carattere universale per tutti, rivendicando nel contempo spazi, diritti, reddito, beni comuni fruibili da tutti.
La Fornace è essa stessa un bene comune: crediamo di non aver rubato nulla a nessuno con questa occupazione. Siamo convinti anzi di aver riconsegnato alla collettività, convertendola nuovamente a un “uso sociale”, un’area tornata ad essere, grazie allo sgombero dello scorso anno, a rischio speculazione oltre che nel medesimo stato di abbandono e incuria nel quale l’avevamo trovata quattro anni orsono.
ABBIAMO INIZIATO PER NON FERMARCI!
CREIAMO CONFLITTO, LIBERIAMO SPAZI, RECLAMIAMO REDDITO, RIVENDICHIAMO DIRITTI NELLA CITTA’ VETRINA DI EXPO 2015!
 
SOS FORNACE
Rho – Via S. Martino 20
Infoline: 338 1432876”
 
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