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LEGGE 38/81: QUANDO FORMIGONI FA LA GUERRA AI DIPENDENTI REGIONALI
LEGGE 38/81: QUANDO FORMIGONI FA LA GUERRA AI DIPENDENTI REGIONALI
di lucmu (del 21/07/2009, in Regione, linkato 2480 volte)
C’era una volta la legge regionale n. 38 del 1981, una sconosciuta per la quasi totalità dei cittadini lombardi, ma non così per migliaia di lavoratori dipendenti dell’amministrazione regionale, poiché essa garantiva loro una “indennità di anzianità” che veniva corrisposta al momento della cessazione del rapporto di lavoro, in quanto integrazione regionale alla liquidazione erogata dall’Inpdap (l’istituto previdenziale della pubblica amministrazione, cioè l’Inps dei pubblici dipendenti).
A questo punto, ne siamo consapevoli, quanti non sono lavoratori dipendenti di Regione Lombardia saranno fortemente tentati di abbandonare la lettura di questo testo. Invece, se avete un po’ di tempo e voglia, continuate lo stesso, perché questa storia, alla pari di altre, è paradigmatica di come funzionino le cose nell’amministrazione governata da ormai 15 anni da Roberto Formigoni.
Ebbene, per tornare al nostro argomento, le norme che regolavano quella “indennità” avevano per definizione una natura transitoria, visto che erano finalizzate alla “omogeneizzazione del trattamento di previdenza del personale regionale” in attesa che lo Stato definisse sul piano nazionale la disciplina del trattamento di fine rapporto (Tfr) per i pubblici dipendenti. E quindi, a partire dal 30 maggio 2000, con l’entrata in vigore del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20/12/1999, la Regione –Giunta e Consiglio- pose fine a quella indennità.
In seguito, questo nuovo stato di cose sarebbe stato formalizzato con l’abrogazione degli articoli 16, 17 e 18 della l.r. n. 38/81, come stabilito dall’articolo 92 della l.r. n. 20/2008 (ex l.r. n. 19/2004).
Fin qui tutto bene e regolare, ma c’è un piccolo particolare che aveva fatto infuriare i dipendenti regionali e portato a un gran numero di contenziosi legali. Cioè, l’amministrazione formigoniana, tanto per non smentirsi mai, ha dato un’interpretazione un po’ troppo creativa della legge, per usare un eufemismo, interrompendo non soltanto l’ulteriore maturazione dell’indennità, come norma e logica vorrebbero, bensì l’erogazione tout court. In altre parole, i dipendenti andati in pensione dopo la fatidica data del 30 maggio 2000, anche se avevano già maturato molti anni di trattamento previdenziale integrativo, non ricevevano nemmeno un euro e le relative quantità economiche accantonate rimanevano dunque nelle casse della Regione.
Ne seguirono, appunto, numerosi ricorsi da parte di neopensionati che chiedevano che venisse loro corrisposto quanto maturato fino al 30 maggio 2000. Alcuni persero, perché la causa era impostata male, ma la maggior parte trovava ascolto dai giudici. Poi, un caso arrivò fino in Corte di Cassazione, visto che la Regione preferisce sperperare risorse pubbliche nei contenziosi legali, piuttosto che riconoscere di avere torto marcio.
E la Cassazione, con sentenza n. 18501 del 4 luglio 2008, ha chiarito una volta per tutte la questione: cioè, l’indennità in questione ha natura retributiva, l’abrogazione della precedente normativa “non produce effetto retroattivo, ma trova applicazione soltanto per l’avvenire (per il periodo successivo, cioè, al 30 maggio 2000)” e, pertanto, la Regione deve corrispondere quanto maturato fino al 2000.
Con questa sentenza, arrivata dopo otto anni di rifiuto ostinato della Regione di applicare la legge, si è aperta ovviamente una nuova fase, che ci porta diritto all’oggi. Cioè, alla norma pasticcio inserita nell’Assestamento di bilancio 2009, che sarà discusso in Consiglio regionale nei giorni 28-30 luglio. Ma andiamo con ordine.
Il 12 giugno scorso la Giunta regionale e la maggioranza delle rappresentanze sindacali, ad esclusione dei delegati di SdL intercategoriale e Slai-Cobas, hanno firmato un accordo sulle modalità di riconoscimento dell’indennità ex l.r. 38/81. Lo stesso accordo, con gli stessi firmatari sindacali, è stato poi siglato anche in Consiglio il 18 giugno. Nessuna consultazione dei lavoratori sull’accordo è stata effettuata. Infine, il 1° luglio il contenuto dell’accordo era già stato tradotto in una proposta di modifica di legge (art. 7, comma 24 del Pdl n. 398 “Assestamento al bilancio”) che qui di seguito riportiamo integralmente:
 
24. Alla legge regionale 7 luglio 2008 , n. 20 ”Testo unico delle leggi regionali in materia di  organizzazione e personale” è apportata la seguente modificazione:
 
a)      All’art. 92, dopo il comma 1 è aggiunto il seguente comma:
 
“1 bis. L’indennità di cui al comma 1 e’ erogata, prima della cessazione del rapporto di lavoro, su richiesta dell’interessato, ai dipendenti di ruolo della Regione Lombardia che, alla data del 30 maggio 2000, avevano maturato almeno un anno di servizio, non risultano collocati a riposo ancorché siano stati trasferiti ad altri enti.  La somma erogata, a soddisfazione integrale del diritto, è pari al settantacinque per cento della differenza tra un dodicesimo e un quindicesimo dell’ottanta per cento della retribuzione annua lorda alla data del 30 maggio 2000 moltiplicata per il numero di anni utili ai fini dell’indennità di premio di servizio con termine al 30 maggio 2000. All’onere si provvede con gli stanziamenti previsti all’UPB 7.2.0.1.174 “Risorse Umane” del bilancio di previsione 2009 e bilancio pluriennale 2009-2011.”
 
Ma, ovviamente, soltanto gli addetti ai lavori avranno capito qualcosa. Ecco dunque la traduzione della soluzione prospettata dal governo regionale:
1. a tutti i dipendenti in servizio, anche se nel frattempo trasferiti ad altri enti, che alla data del 30 maggio 2000 avevano almeno un anno di anzianità è riconosciuto il 75% della somma maturata fino al 30/05/2000 e l’erogazione sarà immediata, ma su richiesta dell’interessato;
2. l’accettazione volontaria del 75% subito estingue ogni debito della Regione nei confronti del lavoratore;
3. tutti coloro che sono andati in pensione tra il 31 maggio 2000 e l’entrata in vigore della nuova norma non sono contemplati e finiscono dunque nell’incertezza giuridica.
In Commissione II (Affari Istituzionali), competente per l’argomento, abbiamo sollevato dubbi sostanziali sulla correttezza della norma e chiesto delle modifiche, in particolare sottolineando la stravaganza del principio che il 75% possa soddisfare integralmente il diritto al 100% e contestando l’esclusione dei pensionati dalla norma, peraltro in palese contrasto con la sentenza della Cassazione.
Non che ci fossero molti spazi di discussione in Commissione, come peraltro accade sempre quando l’ordine dal Pirellone ha carattere tassativo. Anzi, è stata respinta in maniera irrituale anche la nostra richiesta di procedere all’audizione delle parti sindacali, sia firmatarie che non dell’accordo, e le informazioni aggiuntive richieste sono ad oggi arrivate soltanto dal Consiglio, ma non dalla Giunta, dalla quale dipende la stragrande maggioranza degli aventi diritto.
Comunque sia, di fronte alla nostra insistenza, i dirigenti delle amministrazioni del Consiglio e della Giunta presenti in Commissione hanno dovuto infine ammettere che effettivamente non si possono escludere coloro i quali hanno cessato il rapporto di lavoro dopo il 30 maggio 2000, ma che l’amministrazione intende procedere con “transazioni” extra-legge per soddisfare il diritto acquisito… Cioè, con una modalità priva di certezza, trasparenza e controllo.
Insomma, un grande pasticcio, dalla dubbia legittimità, a concreto rischio arbitrarietà e pieno di incertezze applicative.
In Aula presenteremo quindi alcuni emendamenti e ordini del giorno per garantire a tutti i dipendenti, in attività o collocati a riposo, il soddisfacimento del loro diritto. Anzitutto, ri-chiederemo che l’indennità maturata vada corrisposta al 100%. In secondo luogo, che il diritto dei pensionati dopo il 30 maggio 2000 (oltre 600) venga riconosciuto in legge e non con meccanismi arbitrari. E, infine, che venga garantita un’informazione completa anche ai dipendenti nel frattempo trasferiti ad altri enti (oltre 1.000).
 
qui sotto puoi scaricare le note delle amministrazioni di Giunta e Consiglio con le informazioni chieste da noi in Commissione
 
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# 1
Interessante e incomprensibile ai più...quelli che non vivono la burocrazia regionale tutti i giorni...ma sacrosanto, un diritto negato, un altra sentenza aggirata, un altra fregatura per le/i lavoratrici/ori regionali perpetrata dall'amministrazione con il contributo fondamentale di cgil, cisl, uil e sind.autonomo...senza il loro "valido contributo" forse questa ennesima fregatura NON sarebbe stata possibile...ma da anni ci abituano a "validi contributi" (non certo solo a livello di Regione) per quanto riguarda far perdere diritti e soldi ai lavoratori pubblici e privati....speriamo in aula nei vostri emendamenti che riportino al 100% dovuto quei soldi che spettano legittimamente ai lavaratori della Regione Lombardia...e che i consiglieri degli altri gruppi politici lo capiscano, forse varrebbe la pena spiegarglielo...
di  gusfo  (inviato il 22/07/2009 @ 07:52:51)
# 2
?
di  a  (inviato il 22/07/2009 @ 09:10:49)
# 3
Cara/o A (sta per anonimo?)cosa vuol dire "?"....non hai capito ??? Esprimiti...
di  gusfo  (inviato il 22/07/2009 @ 09:27:22)
# 4
Sono un ex dipendente CFP trasferito ... in concreto come è stat risolata la questione?
qual'è a questo punto il percorso che dobbiamo seguire per avere quanto ci spetta?
La CGIL ha consigliato di non aderire i ricorsi in atto da studi legali (che si prendono i soldi)in quanto su richiesta dell'interessato alla regione (che doveva emettere un decreto ad HOC)veniva riconosciuto quanto spettante.
A che punto siamo?
di  Mauro Venturini  (inviato il 25/08/2009 @ 20:12:19)
# 5
Stiamo tutti aspettando qualcosa di concreto, certo e definitivo.
di  Mauro Venturini  (inviato il 25/08/2009 @ 20:13:51)
# 6
sono in pensione dal 1/1/2004 non ho fatto mai ricorso. cosa si devono aspettare quelli nella mia posizione? andrà in prescrizione come qualcuno ha ipotizzaato ? grazie
di  Franzoni Gustavo  (inviato il 08/03/2010 @ 11:52:53)
# 7
Dovrebbero contattarti dalla Regione con una lettera in cui di propongono un accordo, dove tu accetti il 75%. Se questa lettera non ti arriva entro un mese o due, prova tu a contattare l’ufficio personale. Puoi farlo anche subito, tanto per non perdere tempo. Perché quel 75% devono dartelo!
di  lucmu  (inviato il 08/03/2010 @ 18:41:18)
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