Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 7 giugno 2007 (pag. Milano)
Che il cosiddetto buono scuola della Regione Lombardia fosse un truffaldino finanziamento pubblico della scuola privata lo sapevamo già. Ce l’hanno confermato ancora una volta i dati relativi ai 43 milioni di euro erogati per l’anno scolastico 2005/2006, visto che il 99,14% è andato a famiglie i cui figli frequentano istituti privati e che il 63% dei beneficiari dichiarano al fisco un reddito tra 35 e 180mila euro annui.
Ma quanto successo ora con il bando per il buono scuola 2006/2007, scaduto il 31 maggio scorso, aggiunge al danno anche la beffa. Infatti, gli uffici regionali avevano inviato a tutte le scuole lombarde una circolare che le invitava a “informare le famiglie” della possibilità di richiedere il buono. E così, molti genitori della scuola pubblica si erano collegati con il sito della Regione per compilare la domanda on line –unica modalità consentita-, salvo poi scoprire che ciò non era possibile, perché il software rifiutava l’inserimento di dati relativi agli istituti pubblici. Chi poi non si arrendeva e chiamava il numero verde della Regione, si sentiva rispondere che il buono scuola valeva soltanto per scuole private.
In altre parole, le famiglie di quel 90% di ragazzi lombardi che frequentano la scuola pubblica non solo vengono escluse de facto al momento dell’assegnazione, ma ora vengono pure prese in giro.
Evidentemente, il Presidente Formigoni è talmente impegnato a promuovere il suo anticostituzionale progetto di ridisegno regionalista dell’istruzione e della formazione professionale, che si è dimenticato addirittura di salvaguardare le apparenze. Ebbene sì, perché escludere preventivamente i genitori delle scuole pubbliche dall’accesso al buono scuola non costituisce soltanto una violazione della legge nazionale, ma anche di quella regionale che aveva istituito i buoni scuola. Infatti, la legge regionale n. 1/2000 afferma espressamente che destinatari del sussidio sono le famiglie degli allievi delle “scuole elementari, medie e superiori statali e non statali, paritarie, legalmente riconosciute, e parificate”.
Il buono scuola di Formigoni si è sempre mosso sull’estremo confine della legge, che appunto vieta il finanziamento esclusivo della scuola privata, ma ora è stato decisamente oltrepassato il limite. Per questo abbiamo depositato un’interpellanza, sollecitando immediati chiarimenti e sollevando la questione di legittimità del bando 2006/2007.
Infine, chiediamo ancora una volta che venga posta fine allo scandalo del buono scuola lombardo e che si usino, invece, i fondi pubblici per sostenere il diritto allo studio degli studenti di tutte le scuole lombarde, a partire da quelli in condizioni economiche svantaggiate”.
qui puoi scaricare il testo dell’interpellanza
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