Le strumentalizzazioni e gli sciacallaggi su via Padova devono finire al più presto.
Infatti, come se non bastassero le parole ipocrite e insostenibili di quanti governano questa città e questa Regione da oltre 15 anni, oggi rimbalza pure la notizia dell’accoltellamento di un nordafricano in “zona via Padova”.
Ma quale “zona via Padova”? Basta leggere bene le agenzie stampa e i media online per scoprire che in realtà si tratta di un ferimento lieve a un braccio, in seguito a una lite, avvenuto in via Porpora al civico n. 161. Cioè a due passi dalla stazione Fs di Lambrate, a 1,5 km di distanza dal luogo dell’omicidio di sabato sera!
Insomma, tra quanto successo sabato in via Padova e quanto avvenuto oggi a Lambrate non c’è alcun collegamento, né dal punto di vista della gravità dei fatti, né dal punto di vista topografico. Eppure, sembra fare terribilmente comodo continuare a gettare inutilmente benzina sul fuoco.
Piuttosto, ci sarebbe bisogno di riacquistare un po’ di lucidità e onestà, lasciando perdere le grida di guerra e iniziando a ragionare su una politica seria per le periferie milanesi.
Infine, ma non certo per importanza, piuttosto che continuare ad arrestare soltanto persone implicate nei danneggiamenti di sabato notte, va fatto soprattutto uno sforzo straordinario per assicurare alla giustizia l’omicida di Ahmed.
E non solo perché sarebbe un contributo concreto per abbassare la tensione nel quartiere, ma specialmente perché va ricordato che la cosa veramente grave accaduta in via Padova sabato scorso non sono state le distruzioni materiali, bensì l’omicidio di un giovane di 17 anni.