Formigoni e le destre trascinano la questione morale dentro una campagna elettorale già segnata da quindici anni di occupazione del potere, da parte dello stesso Presidente e della stessa lobby politico-affaristica, proiettando così pesanti interrogativi sulla prossima legislatura. Questo e non altro significa il via libera di Berlusconi alle liste del Pdl in Lombardia.
Eppure, proprio quando le vicende giudiziarie mostrano anche ai più riluttanti che in questa regione c’è una questione morale grande come una casa, oggi sarebbe necessario un segnale chiaro, netto e inequivocabile, che si intende reagire e fare un po’ di pulizia. Invece no, la montagna partorisce un topolino e ai grandi annunci berlusconiani delle “liste pulite” segue il nulla del “non abbiamo inserito nelle liste nessuna persona che ha un processo in corso”. Un po’ poco, dato che la politica è cosa diversa dal codice penale.
Vediamo ad esempio lo scandalo delle bonifiche, che aveva portato in carcere Rosanna Gariboldi, ex-assessore provinciale a Pavia e moglie di Giancarlo Abelli, ex-assessore regionale e uomo di fiducia di Formigoni divenuto deputato e dirigente nazionale del Pdl dopo le ultime elezioni politiche.
Ebbene, la Gariboldi ha patteggiato, cioè ha ammesso la sua colpa. Abelli, invece, non è stato indagato, ma i suoi strettissimi rapporti con Grossi, l’imprenditore dei fondi neri delle bonifiche, sono diventati di pubblico dominio. Non solo passavano le vacanze insieme, ma l’On. Abelli aveva a sua personale disposizione la Porsche di Grossi.
Non contento, mentre faceva il deputato, beninteso, Abelli poteva disporre anche dell’auto blu (con autista) del Presidente della Regione, Formigoni, nonché di un ufficio al Pirellone. L’avevamo scoperto noi e la risposta alla nostra interrogazione, del 2008, ce lo confermò. Facemmo subito una seconda interrogazione, chiedendo di avere copia del “contratto di collaborazione a titolo gratuito”, che secondo l’Assessore Colozzi giustificava il tutto. Nonostante i ripetuti solleciti, compreso un richiamo formale al Presidente del Consiglio Regionale, dopo un anno e mezzo stiamo ancora aspettando una risposta. Insomma, che cavolo ci faceva Abelli con l’ufficio e l’auto blu del Presidente della Regione?
Ma i collegamenti tra scandalo bonifiche e governo regionale non finiscono qui, perché ben due assessori in carica, Ponzoni e Buscemi, erano soci in affari con “lady Abelli”, cioè la Gariboldi, fino a pochi mesi prima che esplodesse lo scandalo.
Abelli, Ponzoni e Buscemi, oggi vengono tutti candidati dal Pdl alle regionali con la benedizione di Formigoni e Berlusconi. Anzi, Abelli dice addirittura di avere già in tasca un assessorato. Beninteso, nessuno dei tre risulta inquisito per lo scandalo delle bonifiche e non sappiamo se quanto abbiamo esposto ha o avrà rilevanza giudiziaria. Ma di una cosa siamo certi, cioè che queste cose hanno grande rilevanza politica e morale, specie in questo momento, perché testimoniano di un intreccio insano tra politica e affari, tra cosa pubblica e interessi privati. Un tema su cui potremmo raccontare tante altre storie, del passato e del presente. Ma ci fermiamo qui, per ora.
Morale: altro che “liste pulite”. Se queste sono le premesse, la prossima legislatura è sin d’ora a rischio fine anticipata, causa indagini.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
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