Stamattina davanti al Pirellone c’è voluto un blocco stradale e qualche momento di tensione perché i lavoratori della Maflow di Trezzano e della Novaceta di Magenta ottenessero finalmente un appuntamento con il governo regionale.
Eppure, già due giorni fa, era stata inviata una formale richiesta d’incontro al Presidente Formigoni e al suo vice, nonché Assessore al Lavoro, Gianni Rossoni. Ma nessuna risposta è mai arrivata e questa mattina i lavoratori delle due aziende in presidio davanti al Pirellone, in via Fabio Filzi, hanno trovato, come unico segno di interesse tangibile, l’ingresso del Palazzo della Regione blindato dalle transenne.
Un atteggiamento incomprensibile, poi parzialmente superato, anche per la giusta testardaggine degli operai, grazie a un incontro dentro il Pirellone con il dott. Matone, direttore generale dell’Agenzia regionale per il Lavoro (Arifl), il braccio operativo dell’assessorato regionale al Lavoro.
All’incontro hanno partecipato i delegati sindacali delle due aziende, due dirigenti sindacali - Walter Montagnoli della Cub e Marcello Scipioni della Fiom - e il sottoscritto. Il confronto, date le premesse, non poteva che avere carattere interlocutorio, ma alla fine è arrivato il formale impegno che l’Assessore Rossoni riceverà i rappresentanti sindacali sia della Maflow, sia della Novaceta. Le date degli incontri verranno comunicate entro lunedì prossimo.
Siamo ovviamente soddisfatti di queste convocazioni, sebbene i lavoratori abbiano dovuto “conquistarle” sul campoe siano in grave ritardo rispetto non solo all’evolversi della situazione, ma anche agli impegni delle altre istituzioni, come Prefettura ed enti locali. Proprio per questo chiediamo al governo regionale di non perdersi in chiacchiere, ma di utilizzare gli incontri con le parti sindacali per mettere in campo immediatamente degli impegni concreti.
Va infatti ricordato che ambedue le aziende sono presidiate dai lavoratori da ormai molto tempo, che i posti di lavoro a rischio sono complessivamente 500 e, soprattutto, che non si tratta di aziende decotte, bensì competitive, trascinate nell’attuale situazione da ragioni estranee a quelle di mercato.
In altre parole, quelle aziende possono vivere, a patto che tutte le istituzioni si schierino attivamente per raggiungere la soluzione. Fino ad oggi la Regione è mancata all’appello. Auspichiamo che da domani si cambi registro.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
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