L’hanno fatto! Il Consiglio dei Ministri si è riunito alle ore 21.00 di venerdì 5 marzo e dopo mezz’ora ha varato un decreto-legge che cambia le carte in tavola, con una “interpretazione” ad hoc della normativa in materia elettorale, che sana retroattivamente la situazione delle liste irregolari della destra. Cioè, riammette per decreto la lista provinciale del Pdl a Roma e quella presidenziale di Formigoni in Lombardia, nonostante fossero state presentate in palese violazione della legge elettorale.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il garante della legalità costituzionale (…), poco prima di mezzanotte, ha dato il via libera al decreto salva-liste, firmando il decreto-legge di Berlusconi.
Non ci sono parole per descrivere quello che sta accadendo. Stanno trascinando il paese verso una situazione da Repubblica di Weimar, con una crescente delegittimazione delle istituzioni democratiche, che apre la strada ad avventure di ogni tipo.
Non basta più la dilagante questione morale, ma ora fanno a pezzi persino le regole che governano le elezioni. Loro possono fare di tutto, anche fregarsene della legge elettorale, che al massimo vale per gli altri, ma non per loro.
Formigoni e Comunione e Liberazione governano la Lombardia da 15 anni e ora il “Celeste” si ripresenta tranquillamente per il quarto mandato consecutivo, anche se la legge italiana dice che più di due mandati non si possono fare. Peraltro, anche la più sfigata delle repubbliche presidenziali pone il limite dei due mandati. Ci sarà una ragione, o no? Ma qui nel Belpaese, chi se ne frega, tanto non succede nulla, aggiustiamo la legge, la “interpretiamo” a nostro piacimento, azzeriamo il contatore ecc. ecc.
E se poi, dopo quindici anni di ininterrotto governo della regione, non si ha nemmeno la decenza di presentare le firme debitamente autenticate, come dice la legge e come devono fare tutti gli altri, allora, ancora una volta, chi se ne frega. Che problema c’è? Faccio un decreto-legge, riscrivo retroattivamente le regole e voilà: la magia è fatta!
Ma forse non dobbiamo prendercela troppo con loro. In fondo, loro possono fare quello che vogliono perché noi li lasciamo fare, perché ci siamo seduti, perché ci siamo arresi. “Ed essi confidano nella nostra disperazione”, scriveva anni fa Heriberto Montano, un poeta salvadoregno. Appunto.
E allora muoviamoci, prima che sia troppo tardi.
Un primo appuntamento c’è da subito a Milano. Sabato 6 marzo, ore 12.00, davanti alla Prefettura di Milano, in corso Monforte 31.
E dopo, alle 14.00, davanti alla stazione Centrale, appuntamento per il No Razzismo Day.
Partecipate. E soprattutto reagite!
P.S. scritto di getto, a caldo, come si suole dire, cioè com’è venuto, a tarda ora, con tanta rabbia, ma anche con tanto cuore