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MANGIAROTTI NUCLEAR: GLI OPERAI RIENTRANO IN FABBRICA. IL GIUDICE DEL LAVORO SBUGIARDA AZIENDA E GOVERNO REGIONALE
MANGIAROTTI NUCLEAR: GLI OPERAI RIENTRANO IN FABBRICA. IL GIUDICE DEL LAVORO SBUGIARDA AZIENDA E GOVERNO REGIONALE
di lucmu (del 09/03/2010, in Lavoro, linkato 1200 volte)
Gli operai della Mangiarotti Nuclear di Milano, in presidio da natale, rientrano in fabbrica. L’ha deciso il giudice del lavoro, accogliendo il ricorso della Fiom e considerando illegittima la collocazione in cassaintegrazione dei lavoratori del 18 dicembre scorso.
Così facendo, il giudice ha sbugiardato non soltanto l’azienda, ma anche la Giunta regionale, il cui assessorato al lavoro aveva dato incredibilmentre parere favorevole alla Cigs.
Eppure, che la richiesta di Cigs fosse illegittima, perché in palese violazione degli accordi sindacali sottoscritti, e finalizzata esclusivamente a dismettere l’attività produttiva, era stato segnalato formalmente all’Assessore al Lavoro, Rossoni, sia dalla parte sindacale, che da parte nostra in sede istituzionale.
Infatti, nella question time in Consiglio regionale del 12 gennaio scorso, in risposta alla nostra interrogazione che sollecitava l’assessorato ad opporsi alla richiesta aziendale, l’Assessore Rossoni ci aveva risposto che la sua struttura avrebbe invece dato al Ministero “parere non ostativo” alla richiesta di estendere la cassaintegrazione alla totalità degli operai addetti alla produzione. E ciò, aveva aggiunto, “nell’interesse dei lavoratori”, sebbene fossero gli operai stessi a chiedergli all’unisono di non farlo.
Ora il giudice ha fatto chiarezza, dichiarando “antisindacale il comportamento della società” e ordinando “l’immediato reintegro della commessa Westinghouse PRHR nello stabilimento di Milano e la revoca immediata delle sospensioni in Cigs disposte a far data dal 18-12-09, con la conseguente riammissione dei lavoratori in azienda”.
Insomma, i lavoratori avevano ragione e la Regione ha brillato nuovamente per la sua superficialità, per usare un eufemismo, in materia di lavoro.
Che questa sentenza sia dunque una lezione, ma soprattutto un’occasione perché la Regione faccia ora quello che avrebbe dovuto fare prima. Cioè, impegnarsi per mantenere l’attività produttiva e l’occupazione nello stabilimento di viale Sarca.
Il confinante Comune di Sesto San Giovanni –di quello di Milano, purtroppo, non si vede nemmeno l’ombra- si è già dichiarato interessato a lavorare in quella direzione. Ora tocca alla Regione fare la sua parte, questo volta con meno superficialità ed approssimazione.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
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