Venerdì e sabato sono due giorni di mobilitazioni. Potrebbero essere un segnale di ribellione civile, ma sta a noi scendere in strada e riempirle con i nostri corpi, la nostra rabbia e la nostra voglia di cambiare, contro una situazione sempre più insostenibile.
Gli appuntamenti da segnalare, a Milano, sono tre tra venerdì 12 e sabato 13 e riflettono bene qual è il problema nel nostro paese. Lavoro, scuola e democrazia sono i temi delle mobilitazioni, ma anche temi su cui il governo sta producendo una porcata dopo l’altra, spesso, come nel caso dell’aggiramento dell’articolo 18, grazie anche al silenzio prolungato dell’opposizione presente in Parlamento (Pd e IdV) .
Ma andiamo con ordine.
Lavoro. Due cose altamente significative sono successe in questi ultimi giorni. In primo luogo, in Parlamento Pdl e Lega hanno approvato il “collegato lavoro” che, tra le altre cose, prevede la possibilità di aggirare l’articolo 18 (cioè, il divieto di licenziamento senza giusta causa), laddove ovviamente questo è ancora applicabile, visto che la precarizzazione l’ha di fatto tolto a un settore vastissimo di lavoratori.
Il meccanismo è particolarmente subdolo e colpisce anzitutto i giovani e i neo-assunti. Infatti, la nuova norma prevede di poter sostituire la legge –cioè, l’art. 18- e il ricorso al giudice del lavoro con il cosiddetto “arbitrato”. Ebbene, questo “arbitro” non è tenuto a decidere sulla base della legge, ma può decidere anche in base al principio di “equità”. Cioè, quello che in quel momento può sembrare equo a lui e alle parti.
Ma non basta, perché la vera fregatura sta nella possibilità che la rinuncia al ricorso al giudice (e dunque all’art. 18) in caso di controversia possa essere inserita preventivamente nel contratto di lavoro individuale al momento dell’assunzione! Altro che “volontario”! O accetti la minestra (cioè, firmi volontariamente) o salti la finestra (cioè, non ti assumono).
A questo porcata va aggiunto un altro fatto, accaduto in questi ultimissimi giorni. La Commissione Lavoro della Camera aveva infatti deciso in maniera bipartisan di accogliere un emendamento che allungasse il periodo di cassa integrazione da 12 a 18 mesi. Certo, siamo sotto elezioni e quindi la misura puzza un po’, ma non importa. Infatti, l’allungamento della cassa l’avevano chiesto i sindacati e quasi tutte le opposizioni (in realtà a 24 mesi e, per quanto ci riguarda, con una rivalutazione dell’importo erogato), considerato che nei prossimi mesi si rischia un’ondata di licenziamenti, causa esaurimento periodo di cassa. Ma poi, dopo solo un giorno, è intervenuto il governo, per bocca del Ministro Sacconi, che ha annunciato che in Aula darà parere negativo all’allungamento…
Scuola. Qui ce la caviamo con poche righe, non perché la situazione sia meno grave, anzi, ma perché forse è più conosciuta. Siamo, infatti, al secondo anno di cura Gelmini-Tremonti, cioè il più vasto programma di tagli alla scuola pubblica della storia repubblicana. E gli effetti sono devastanti e sotto gli occhi di tutti: insegnanti precari lasciati a casa, taglio delle lezioni, scuole senza soldi e genitori che devono autotassarsi per comprare finanche la carta igienica. E nel frattempo, il flusso di denaro pubblico verso la scuola privata non si arresta, come ricorda il caso lombardo da noi denunciato.
Democrazia. Che altro aggiungere a quello che già si è detto in questi giorni? Questione morale montante, arroganza del potere senza freni, “decreti interpretativi”, legittimi impedimenti per il capo, occupazione prolungata del potere, come qui in Lombardia, con Formigoni e Cl eccetera. E ora il capo del governo, Berlusconi, si lancia pure in minacce contro l’opposizione e La Russa, Ministro della Difesa (…), fa il buttafuori in conferenza stampa, con un rigurgito dei vecchi tempi.
Insomma, ce n’è per tutti.
Gli appuntamenti di questi giorni sono diversi, magari non sono perfetti e magari non tutti piacciono a tutti nello stesso modo, ma nel loro insieme sono un’occasione per manifestarsi, per alzare la voce e la testa. Eccoli:
- venerdì 12 marzo, ore 9.00, P.ta Venezia: corteo, in occasione dello sciopero generale proclamato dalla Cgil
- venerdì 12 marzo, ore 9.30, L.go Cairoli: No Gelmini Day, con corteo degli studenti e degli insegnanti; sciopero della scuola proclamato da Cgil e Cobas
- sabato 13 marzo, ore 15.00, L.go Cairoli, manifestazioni unitaria per la democrazia e in difesa della Costituzione (promotori: Popolo Viola di Milano, Qui Milano Libera, Adesso Basta!, Movimento 5 Stelle Lombardia, Italia dei Valori, Sinistra Ecologia e Libertà, Federazione della Sinistra, Verdi, Partito Socialista, Partito Democratico)
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