Che il Sindaco di Milano, Letizia Moratti, partecipi il 25 aprile ufficialmente alla commemorazione della liberazione dal nazi-fascismo, invece che onorare le tombe dei combattenti della Repubblica di Salò, come era solito fare il suo predecessore Albertini, è sicuramente una buona notizia per il decoro politico della nostra città.
Tuttavia, il 25 aprile non è una sagra di paese e ci sono gli altri 364 giorni dell’anno. A Milano, infatti, si registra una preoccupante involuzione del clima politico e civile. Si moltiplicano gli atti di intolleranza, c’è una recrudescenza della presenza e dell’attività di gruppi militanti neofascisti – Forza Nuova e non soltanto - e le iniziative dai toni xenofobi o peggio si susseguono a ritmi frenetici, come dimostrano le ronde anti-rom, incentivate dall’impunito pogrom di Opera, le campagne anti-moschee e, infine, le manifestazioni anticinesi di questi giorni. Il più delle volte, tra i promotori consapevoli di questi atti provocatori troviamo alcuni alleati politici del Sindaco Moratti, a partire dalla Lega Nord e da settori di An.
Eppure, in tutti questi mesi e settimane, da parte del Sindaco, non si sono sentite né chiare prese di distanza, né iniziative conseguenti. Il Sindaco Moratti non giochi dunque al dottor Jekyll e mister Hyde e sia coerente con lo spirito democratico del 25 aprile. Insomma, pronunci parole chiare e inequivocabili contro l’intolleranza e la xenofobia. Altrimenti, la sua partecipazione alla Festa della Liberazione non potrà essere presa sul serio.