Bene hanno fatto oggi gli insegnati ad occupare la sede dell’Ufficio scolastico provinciale di Milano. Noi siamo pienamente solidali con loro.
Meritano un plauso e non certo delle reprimenda, poiché agiscono non per interesse corporativo, ma indubbiamente nell’interesse generale.
Chi invece merita una reprimenda è il Ministro Gelmini, che aveva assicurato che la sua riforma, cioè i tagli draconiani alla scuola pubblica, non avrebbe influito negativamente sul tempo pieno nella scuola primaria.
Era una bugia, ovviamente, perché non si possono tagliare fondi e insegnanti e poi garantire lo stesso servizio di prima. Eppure, quella bugia era stata ampiamente accreditata, dal centrodestra, dal Governo e da molta parte del sistema informativo.
Ora i nodi stanno venendo al pettine e nell’area metropolitana dove più che altrove il tempo pieno è largamente utilizzato, si annuncia un vero e proprio massacro per l’anno scolastico 2010-2011: nella sola provincia di Milano quasi 3mila famiglie dovranno rinunciare al tempo pieno.
Infatti, si prevede per il prossimo anno scolastico un aumento, su base provinciale, di oltre 1.900 alunni nella scuola primaria e un contestuale taglio del personale docente di 700 unità. Conclusione, appunto, scuole elementari in difficoltà e taglio, tra le altre cose, delle classi a tempo pieno.
Quindi, non soltanto gli insegnati fanno bene a protestare, così come stanno facendo anche molti genitori, ma la protesta e la mobilitazione deve trovare il sostegno della città. Perché la Gelmini e il Governo Berlusconi ritirino i tagli e garantiscano i fondi, il personale docente e il tempo pieno nella scuola primaria.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
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