Quanto avvenuto stamattina è di una gravità inaudita, poiché, mediante l’uso della forza pubblica, è stato ristabilito il regime di illegalità, costruito e persino rivendicato dalla proprietà di Mangiarotti Nuclear Spa.
Sono passati tre mesi dalla sentenza del Tribunale di Milano che imponeva a Mangiarotti Nuclear di riportare nello stabilimento di viale Sarca le produzioni da lì spostate in maniera illegittima e in piena violazione degli accordi sottoscritti dallo stesso management. E non solo non è stata rispettata la decisione del giudice, ma due giorni fa la direzione ha persino fatto asportare di notte dalla fabbrica gli ultimi due pezzi di quella commessa rimasti a Milano, in piena e palese violazione dell’ordine del giudice.
Eppure, tutte queste illegalità e provocazioni non hanno suscitato alcune reazione da parte delle istituzioni, né di quelle politiche, né di quelle preposte all’applicazione della legge.
Tutt’altro discorso vale, invece, per gli operai. Dopo appena due giorni di pacifica occupazione degli uffici della direzione della Mangiarotti, in segno di protesta contro le illegalità della proprietà, e dopo qualche ora soltanto dalla fine infruttuosa degli incontri con proprietà e sindacati in Prefettura, terminati verso le 21.00 di ieri sera, la Questura ha mandato la Celere e sgomberato gli operai che occupavano come se fossero dei delinquenti.
Se stamattina, poco dopo le ore 6.00, nessuno si è fatto male, questo è merito esclusivamente del senso di responsabilità dei lavoratori della Mangiarotti, presenti al presidio davanti alla sede occupata in una cinquantina.
Due pesi e due misure. Una tolleranza totale nei confronti delle illegalità del padrone, un accondiscendere continuo rispetto all’arroganza di uno dei proprietari, Tarcisio Testa, che nei suoi comportamenti ricorda sempre di più il tristemente famoso Genta dell’Innse, ma una totale inflessibilità nei confronti degli operai e una completa disattenzione rispetto alla legge e alle ordinanze della magistratura. È come se l’articolo 41 della Costituzione, che così poco piace al Presidente del Consiglio, fosse già stato abolito!
Infine, una domanda. Considerato che la Mangiarotti non produce noccioline, ma componenti per centrali nucleari, siamo proprio sicuri che questa proprietà, che vuole chiudere dove c’è competenza e professionalità e che mostra spregio rispetto alle regole, sia in grado di garantire le condizioni di sicurezza e l’affidabilità necessarie a produzioni così delicate?
Insomma, qualcuno tra Prefettura, Provincia, Comune, Regione o Governo vuole intervenire o no, per garantire la difesa dell’occupazione e il rispetto della legge, nonché del buon senso e di un minimo di decenza?
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
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