Mercoledì 1° settembre un gruppo di insegnati precari del Movimento Scuola Precaria di Milano inizierà lo sciopero della fame, affiancandosi così ai precari palermitani in sciopero della fame da giorni.
La protesta partirà nel quadro della giornata di mobilitazione del 1° settembre, che si terrà davanti alla sede dell’Ufficio scolastico regionale, in via Ripamonti 85, a Milano. Alle ore 10.30 ci sarà una conferenza stampa e dalle 15.00 in poi ci sarà prima una performance e poi un incontro aperto con sindacati, studenti, genitori e chi vuole contribuire alla battaglia. Il testo dell’appello che convoca la mobilitazione del 1° settembre puoi leggerlo qui.
Invito quanti e quante sono a Milano a passare in via Ripamonti, per partecipare e/o per portare solidarietà. E, comunque, non finirà domani e quindi ci saranno altre occasioni.
Ebbene sì, perché non siamo di fronte a una parentesi, a un incidente di percorso, bensì all’evoluzione del più vasto programma di tagli della scuola pubblica della storia repubblicana, voluto dalla più tremontiana delle leggi, la n. 133 del 2008, e applicato con arrogante perseveranza dalla Gelmini, che lo chiama addirittura “riforma”.
I tagli brutali previsti per l’anno scolastico 2010/2011 seguono quelli già pesanti dell’anno scorso. Questa volta dovrebbero saltare oltre 40mila posti di lavoro, tra insegnati e personale non docente, e primi della lista sono ovviamente i tantissimi precari e precarie, che non bisogna nemmeno licenziare formalmente, poiché basta non riassumerli.
E a differenza dell’anno scorso, non si sentono nemmeno più le chiacchiere di Formigoni, che nel settembre dell’anno scorso siglò un’intensa con il Ministro Gelmini, per salvaguardare, a suo dire, i precari. Quella intensa, com’era prevedibile, si risolse poi con l’elargizione di qualche elemosina per ammortizzare, cioè addolcire, la dura realtà del licenziamento.
Nel frattempo, due anni di cura Tremonti-Gelmini hanno gettato la scuola italiana in una crescente instabilità. A sole due settimane dalla ripresa delle lezioni, la situazione a Milano è caotica e paradossale: nomine in grave ritardo e non si sa neanche quanti e chi saranno i licenziati, presidi precettati, scuole rimaste senza presidi e presidi rimasti senza fondi e insegnanti per garantire un tempo pieno decente eccetera eccetera.
Insomma, l’unica cosa che funziona nella cosiddetta “riforma Gelmini” sono i tagli e i licenziamenti.
La lotta dei precari è sacrosanta in sé, perché difendono il loro posto di lavoro, ma essa assume oggi anche una precisa valenza generale, di difesa di una scuola pubblica e di qualità.
Per questo merita solidarietà e sostegno e per questo è necessario che le forze sociali e politiche si esprimano, si espongano e si battano insieme ai precari per fermare i licenziamenti e lo smantellamento della scuola pubblica.