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CONTRATTO METALMECCANICI: IL PROBLEMA È LA CONDISCENDENZA DELLA POLITICA. SOSTENERE LA MANIFESTAZIONE DEL 16 OTTOBRE
CONTRATTO METALMECCANICI: IL PROBLEMA È LA CONDISCENDENZA DELLA POLITICA. SOSTENERE LA MANIFESTAZIONE DEL 16 OTTOBRE
di lucmu (del 08/09/2010, in Lavoro, linkato 1007 volte)
blog Luciano Muhlbauer
Tutti contro la Fiom, tutti con Marchionne. Sembra sia questa la parola d’ordine, sancita oggi dal presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, con un perentorio “il vero problema è la Fiom”.
Ora, che Marchionne e i capi confindustriali si facciano i propri interessi senza troppi fronzoli, possiamo anche considerarlo normale, ma che essi trovino con tanta facilità consenso e complicità nella politica, non possiamo e non vogliamo considerarlo normale.
Insomma, il vero problema da debellare ci pare sia la condiscendenza della politica. E non è questione di partigianeria sindacale, poiché qui, in tutta evidenza, si sta giocando una partita fondamentale per il futuro di tutto il mondo del lavoro italiano.
Federmeccanica non si è semplicemente piegata all’arroganza di Marchionne, ma ha colto la palla al balzo, visto che con la disdetta unilaterale del contratto nazionale dei metalmeccanici punta ad imporre condizioni salariali e di lavoro peggiorativi in tutte le aziende.
Che le cose stiano così, in fondo ce lo conferma proprio un quotidiano non ostile agli imprenditori, cioè il Corriere della Sera, che nell’edizione in edicola oggi ipotizza i primi effetti concreti sui lavoratori metalmeccanici della disdetta, spaziando dagli stipendi più bassi per i giovani (cioè, il salario d’ingresso) fino all’aumento del numero di straordinari obbligatori.
Altro che “non cambia niente per i lavoratori”, come aveva esclamato ieri il Ministro Sacconi. Era soltanto una bugia, il cui unico scopo è quello di fiancheggiare Confindustria. Del resto, la stessa cosa la fanno tutti i componenti del Governo, ognuno nel suo stile: dalle rozze provocazioni della Gelmini fino agli applausi leghisti alle proposte di Tremonti di spazzare via mezza legislazione sul lavoro, passando attraverso le campagne denigratorie della stampa di proprietà di Berlusconi, in primis Panorama.
Ma il problema non si limita al Pdl e alla Lega. Pesano in maniera determinante, ovviamente, le parole e gli atti di chi governa, ma non sono indifferenti neanche i silenzi o le voci troppo flebili nel campo dell’opposizione, per non parlare dello spettacolo sempre più offensivo offerto da alcuni leader sindacali, a partire da Bonanni, che sono disposti ad ogni servilismo pur di ottenere qualche rendita di posizione per la propria casta di funzionari.
Tutto questo facilita i ricatti e le forzature, perché consente di distorcere la realtà. Quindi, con la massima disinvoltura, si passa dalla santificazione dell’istituto referendario, nel caso di Pomigliano, alla sua fucilazione sommaria, nel caso del contratto nazionale. Ebbene sì, perché quello disdetto era stato approvato dagli operai con referendum, mentre quello separato che dovrebbe sostituirlo non è stato mai sottoposto a referendum.
Ma appunto, la partita è generale, tra chi ritiene che il futuro dell’economia italiana stia nel dumping sociale fatto in casa e chi invece pensa che tentare di assomigliare alle fabbriche cinesi sia un suicidio e che occorra investire sull’innovazione e sulla qualità del prodotto e del lavoro.
Per questo bisogna schierarsi. E se non si sta con i teorici della nuova servitù della gleba, allora bisogna contrastare i tentativi di isolare la Fiom e lavorare perché la manifestazione nazionale del 16 ottobre sia un fiume di popolo.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
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# 1
Non solo si afferma che non cambierà nulla per i lavoratori, ma addirittura la Marcegaglia arriva a sostenere che questo contratto sia "migliorativo". Non dubito di questo, se il sotteso della frase era migliorativo per Finmeccanica e per capi d'azienda, che potranno gestire i propri dipendenti alla maniera di pedine su una scacchiera.
Il pretesto della "crisi", ormai è evidente, sta diventando la leva su cui forzare lo stato dei diritti conquistati faticosamente dalle generazioni che ci hanno preceduto. Difendere ciò che, nascendo, ci siamo trovati cuciti addosso, tocca a noi. Oggi. Adesso. Senza indugi. Senza dire "sono d'accordo", ma aspettare che siano altri a lottare per noi.
di  Roberto Caravaggi  (inviato il 08/09/2010 @ 21:46:38)
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