L’odierno arresto a Milano dei due neofascisti responsabili dell’aggressione nei confronti di due cittadini gay e di un cittadino straniero, avvenuta nella notte tra il 29 e 30 maggio scorsi, è sicuramente una buona notizia.
Ma allo stesso tempo ripropone, in tutta la sua inquietante dimensione, la questione della tolleranza istituzionale da parte del centrodestra milanese nei confronti dei gruppi militanti di ispirazione neofascista o, addirittura, neonazista.
Chi non è smemorato per scelta, si ricorderà certamente del clima instaurato a Milano nella primavera scorsa, tra la fine di aprile e la fine di maggio, da una vera e propria ondata di iniziative della galassia nazifascista.
Ebbene, i due arrestati, contigui a situazioni come Cuore Nero e la Skinhouse, secondo quanto dichiarato dalla Questura, erano reduci proprio dall’ultima delle iniziative di quel ciclo nero che aveva infestato Milano: il concertone naziskin di Cinisello Balsamo del 29 maggio. Concerto, beninteso, che era stato realizzato e consentito nonostante la contrarietà e le proteste del Comune di Cinisello Balsamo.
In quella primavera numerosi esponenti istituzionali, a livello zonale e comunale, del centrodestra milanese, in particolare dell’area ex-An del Pdl, hanno coperto e favorito le iniziative dell’estrema destra. E se alla fine quelle iniziative erano in gran parte fallite e se le scorribande nazifasciste in città erano tutto sommato limitate, questo è in larghissima parte merito della mobilitazione degli antifascisti milanesi, dall’Anpi fino ai movimenti.
Tuttavia, chi non stava zitto e segnalava la pericolosità della legittimazione dei gruppi militanti dell’estrema destra e delle loro ideologie, veniva deriso e insultato, anche dal Vicesindaco e da Presidenti di Zona del Pdl.
Peraltro, questo era il trattamento riservato anche a chi denunciava il carattere di centro di reclutamento di Cuore Nero, che ha chiuso poi i battenti soltanto perché imploso politicamente e non certo grazie all’azione delle istituzioni. Anzi, quel centro neofascista godeva di una copertura politico-istituzionale che andava dalla Moratti e De Corato fino a settori della Lega Nord, in particolare quello vicino al nazistoide Borghezio.
Plausi dunque all’azione investigativa degli uomini della Questura, ma anche parole chiare: chi in questa città fornisce regolarmente e consapevolmente copertura politica e finanche istituzionale ai gruppi militanti nazifascisti, è corresponsabile. Chi organizza convegni per sdoganare vecchi ideologi della razza, come Evola, o chi archivia con un sorriso compiaciuto i discorsi omofobi e razzisti, è corresponsabile.
Chiediamo dunque, ancora una volta, che coloro i quali amministrano Milano diano un segnale chiaro e che pongano fine alla tolleranza istituzionale nei confronti della galassia neofascista.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
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