Con grande stupore abbiamo appreso che in Spagna, nei Paesi Baschi, sono stati arrestati questa mattina sette membri dell’organizzazione basca “Askapena”, tra cui anche Gabi Basañez, che avevamo conosciuto a Milano, il febbraio scorso.
Basañez era in Italia nel quadro di varie iniziative sulla situazione nei Paesi Baschi, tra cui anche la manifestazione milanese del 20 febbraio. Insomma, era qui in forma pubblica e legale, così come, peraltro, è assolutamente pubblica e legale l’organizzazione “Askapena”, che esiste da oltre 20 anni e che si occupa principalmente di far conoscere e sostenere la causa basca a livello internazionale.
Nel nostro breve incontro di febbraio, quando ero ancora in carica come Consigliere regionale della Lombardia, Basañez aveva insistito particolarmente sull’importanza di sostenere il processo di pace e sul fatto che la questione basca potesse e dovesse essere affrontata nel quadro del confronto politico e democratico.
Peraltro, anche gli altri sei arrestati, sono conosciuti bene nei Paesi Baschi perché hanno sempre lavorato sempre alla luce del sole.
Esprimamo la nostra preoccupazione per questi arresti, che avvengono proprio in un momento in cui si intravvedono nuovi spiragli per la ripresa dei negoziati e che sembrano voler riproporre quel metodo, già stigmatizzato anche a livello di Unione Europea, che considera ogni voce indipendentista come contingua a Eta e al terrorismo e dunque da illegalizzare.
Riteniamo essenziale per l’Europa che il popolo basco possa discutere e costruire liberamente e democraticamente il proprio futuro. E questo significa che devono finire sia la violenza armata, che l’illegalizzazione del dissenso.
Per questo ci appelliamo ancora una volta alle istituzioni italiane, locali e nazionali, perché in sede europea diano voce e sostegno al processo di pace.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
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