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LABOR BLUES #06 – DA MILANOX N. XXIII DEL 3 DICEMBRE 2010 (MEDICO INDAGATO PERCHÉ FA IL SUO LAVORO)
LABOR BLUES #06 – DA MILANOX N. XXIII DEL 3 DICEMBRE 2010 (MEDICO INDAGATO PERCHÉ FA IL SUO LAVORO)
di lucmu (del 03/12/2010, in Lavoro, linkato 3309 volte)
blog Luciano Muhlbauer
“Labor Blues”, rubrica a cura di Luciano Muhlbauer, su MilanoX n° xxiii del 3 dicembre 2010, la free press eretica in distribuzione a Milano.
 
Questa settimana non ci occupiamo di storie precarie o operaie, come siamo soliti, bensì di chi esercita la professione medica. Non siamo esperti in materia, beninteso, ma alcune cose importanti le sappiamo. Per esempio, che ogni medico, facendo un lavoro molto particolare e di grande responsabilità umana e sociale, deve fare un solenne giuramento, detto di Ippocrate, che rappresenta una sorta di elenco dei principi deontologici ed etici della professione.
E così, tra le altre cose, il medico giura “di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologica” e “di osservare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell’esercizio della mia professione o in ragione del mio stato”.
Detto in altre parole, se un medico assiste un cittadino immigrato, anche se non è in regola con il permesso di soggiorno e da lunghi giorni protesta in cima a una torre in via Imbonati, allora fa semplicemente il suo lavoro.
E se poi, dopo una notte di osservazione presso il pronto soccorso e dopo aver accertato che non vi erano più motivi per tenerlo ricoverato, non essendo peraltro in corso alcun provvedimento restrittivo da parte delle autorità di pubblica sicurezza, il medico dispone le dimissioni del cittadino immigrato, allora, ancora una volta, fa il suo mestiere.
Eppure, il dott. Andrea Crosignani, cioè il medico dell’ospedale San Paolo che ha fatto semplicemente il suo lavoro, si è trovato improvvisamente sbattuto in prima pagina, grazie a un comunicato stampa della Questura di Milano, che lo informava con questo curioso mezzo, che su di lui erano in corso indagini per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Un’accusa che non ha né capo, né coda, ma tant’è.
Bel posto questa Italia, dove chi spaccia le sue amichette per nipotine di Mubarak fa il capo del governo e chi, invece, fa bene il suo lavoro rischia un procedimento penale.
Da parte nostra, per quello che possiamo, rendiamo omaggio ai medici e ai paramedici che fanno il loro lavoro, da Gino Strada fino ad Andrea Crosignani.
 
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