La convalida del provvedimento di trattenimento presso il Cie (ex-Cpt) di via Corelli per Abdelkader, il ragazzo marocchino sceso ieri dalla ciminiera di via Imbonati, purtroppo non sorprende.
È come se si dovesse pagare una tassa a quegli esponenti politici della destra, come il vicesindaco De Corato o il Presidente del Consiglio regionale Boni, che reclamano da tempo una sanzione esemplare per chi osa protestare contro una sanatoria che ha truffato migliaia di lavoratori e lavoratrici immigrati.
Esponenti politici, beninteso, che sanno essere duri e implacabili con i deboli, ma che si mostrano troppo spesso accondiscendenti verso i poteri forti e i mille intrallazzi berlusconiani.
Chiediamo alle istituzioni e al Ministero degli Interni di non dare ascolto agli sciacalli e, dunque, di non procedere ad una espulsione lampo, che sarebbe a tutti gli effetti un atto di vendetta.
Ebbene sì, perché ripetere nel caso di Abdelkader l’espulsione lampo del cittadino egiziano conosciuto come Mimmo, espulso in maniera coatta prima ancora che il suo ricorso, regolarmente depositato, potesse essere discusso, sarebbe non una dimostrazione di forza, bensì di debolezza.
Non occorrono vendette, che sanno tanto di ipocrisia, bensì un gesto che dimostri che le istituzioni vogliano affrontare la squallida vicenda delle truffe ai danni di tantissimi lavoratori immigrati e non mettere la polvere sotto il tappeto.