Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 12 dicembre 2010, con il titolo “Ieri il corteo contro i fascismi di ieri e di oggi”.
Niente sede nel centro di Milano per i neonazisti di Forza Nuova. Il Sindaco Moratti ha dovuto fare retromarcia. E così, la notizia della revoca dell’assegnazione a Fn di un locale di proprietà comunale è arrivata quando le migliaia di persone che partecipavano al corteo antifascista dovevano ancora raggiungere piazza Fontana.
Ebbene sì, perché, cosa poco conosciuta in giro per l’Italia, l’amministrazione milanese, in particolare i settori ex-missini del Pdl, dal vicesindaco De Corato in giù, stanno da tempo favorendo e sostenendo le iniziative dei gruppi militanti dell’estremismo nero. E il loro capolavoro provvisorio era certamente la concessione di uno spazio pubblico a Forza Nuova in corso Buenos Aires, cioè in piena zona shopping.
Non un fatto isolato, comunque, perché soltanto pochi mesi fa, un’associazione degli Hammerskins ottenne una sede nelle case popolari di viale Brianza 20, poi inaugurata in onore a Léon Degrelle, nazista belga ed ex-ufficiale delle Waffen-SS.
Il clima in vista del 41° anniversario della strage fascista e di Stato di piazza Fontana si era, dunque, fatto più teso, aggiungendo veleno all’amarezza, per usare un eufemismo, per i quattro decenni di impunità, peraltro di recente ribadita anche per la strage di piazza della Loggia, a Brescia.
Tutto questo ha contribuito alla scelta di tenere la commemorazione ufficiale di questo 12 dicembre senza corteo e senza interventi delle autorità dal palco, perché era facilmente prevedibile che le contestazioni si sarebbero fatte incontenibili.
Quindi, il corteo antifascista, convocato dal network Partigiani in ogni quartieri e dal coordinamento Memoria antifascista, si è tenuto il giorno prima e, significativamente, si è intitolato “contro i fascismi di ieri e di oggi”. Due le richieste di fondo: fine dell’impunità per le stragi e revoca degli spazi pubblici ai gruppi nazifascisti.
Un bel corteo, fatto anzitutto di militanti, ma ben partecipato. C’erano molti familiari e amici dei morti ammazzati che la sinistra milanese ha dovuto collezionare in questi anni, da Fausto e Iaio a Dax. C’era anche Claudia Pinelli, figlia di Giuseppe, il ferroviere anarchico morto “accidentalmente” nella Questura di Milano il 15 dicembre 1969.
Insomma, c’erano tutti quelli che dovevano esserci e il messaggio in vista del 18 dicembre, giorno per il quale Forza Nuova aveva annunciato l’inaugurazione del suo centro di reclutamento, era chiaro e netto. Peraltro, non era nemmeno l’unico messaggio, perché un fronte molto ampio, che andava dalla Camera del Lavoro all’Anpi, dal Pd alla Federazione della Sinistra, aveva già indetto una manifestazione per il 18 dicembre, mentre nelle ultime due notti alcune azioni simboliche a firma dei Corsari avevano ribadito che i neonazisti in centro città non potevano starci.
Evidentemente, il messaggio era arrivato a destinazione e questo significa, per chi per caso l’avesse dimenticato, che la lotta può anche pagare.
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