La manovra è stata riscritta ancora una volta, ma in questo caso si tratta probabilmente della versione definitiva. Infatti, il Governo ha presentato un maxiemendamento sostitutivo del ddl di conversione del decreto legge n. 138 del 13 agosto scorso, ponendovi la questione di fiducia. In altre parole, niente più discussioni e la manovra, così modificata, sarà approvata dal Senato già stasera, per poi passare alla Camera.
Una risposta più che eloquente, nella sua arroganza, al riuscito sciopero generale della Cgil e del sindacalismo di base di ieri, che ha visto un sensibile aumento delle adesioni sui posti di lavoro, privati e pubblici, rispetto alle occasioni precedenti. Cioè, non solo i lavoratori e le lavoratrici vengono mandati brutalmente a quel paese, ma nel frattempo il carattere iniquo e classista della manovra è stato pure accentuato.
Anzitutto, viene confermato il famigerato articolo 8, in una versione persino peggiorata, che permette ai contratti aziendali di derogare sia ai contratti nazionali, che alle leggi in materia di lavoro. Detto altrimenti, si decreta con questa manovra la fine del contratto nazionale, dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (cioè, del divieto di licenziare senza giusto causa) e del divieto di controllare e spiare i lavoratori sul luogo di lavoro.
In secondo luogo, in extremis viene introdotto l’aumento dell’età di pensionamento a 65 anni anche per le donne del settore privato, già a partire dal 2014, e l’aumento dell’Iva dal 20 al 21%. Poi ci sarebbe anche quel ridicolo “contributo di solidarietà” del 3% per i redditi superiori a 300mila euro, ma meglio stendere un velo pietoso…
Ci fermiamo qui, rinviando alla lettura del maxiemendamento, che trovate in allegato. Certo, non è una lettura facile, perché scritto nel linguaggio del legislatore, ma in cambio si possono conoscere le cose così come stanno e senza doversi affidare ai sentiti dire.
Infine, un’ultima considerazione. Se possono fare quello che stanno facendo, nel modo in cui lo stanno facendo, è anche perché l’opposizione è troppo debole e troppo inconsistente, perché non riesce ad indicare un’alternativa e, anzi, balbetta di governi di unità o responsabilità nazionale. E questo nel migliore dei casi, perché poi c’è anche chi collabora attivamente con le politiche del Governo, come la Cisl di Bonanni. Insomma, senza tutte queste debolezze (chiamiamole così…) e collaborazioni difficilmente un governo alla frutta potrebbe fare queste cose.
Ma per noi tutto questo significa semplicemente quello che in fondo già sapevamo. Cioè, il 6 settembre era solo l’inizio e l’autunno sarà ancora lungo!
Luciano Muhlbauer
Cliccando sull’icona qui sotto puoi scaricare il testo originale del maxiemendamento al decreto legge n. 138 del 13.08.2011. Per leggere invece il testo del decreto che viene emendato, puoi cliccare qui.
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