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A OPERA HA PERSO LA SINISTRA, LA DEMOCRAZIA E LA DECENZA
A OPERA HA PERSO LA SINISTRA, LA DEMOCRAZIA E LA DECENZA
di lucmu (del 13/02/2007, in Migranti&Razzismo, linkato 902 volte)
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su Liberazione del 13 febbraio 2007
 
A Opera abbiamo perso. Ha perso la sinistra, la democrazia e la decenza. E ha vinto il razzismo della Lega Nord e dei gruppi neofascisti. Questa è la realtà e non nascondiamoci dietro giri di parole o rimozioni.
I settanta rom, di cui oltre 30 bambini, ospitati temporaneamente a Opera, periferia sud di Milano, se ne sono andati anzitempo e non torneranno più. La Casa della Carità, che gestiva la tendopoli, si è infine arresa, “stufa di subire l’ostilità, la violenza e l’arroganza di chi presidia il campo”.
Il generoso corteo per la democrazia e contro il razzismo che sabato scorso ha attraversato Opera è arrivato troppo tardi. Così come a nulla erano servite le ripetute richieste del sindaco, Ramazzotti, di sgomberare l’abusivo presidio anti-rom. Il Prefetto di Milano, Lombardi, uomo palesemente inadatto a coprire tale incarico, ha continuato a fare orecchie da mercante, come del resto faceva sin dal principio.
Il tutto era iniziato alla vigilia di Natale, quando un nutrito gruppo di cittadini operesi, guidato e incitato da esponenti della Lega e di An, aveva dato alle fiamme le tende della protezione civile, destinate ad ospitare fino alla fine di marzo le famiglie rom precedentemente sgomberati dalle baracche di via Ripamonti, nel comune di Milano. Nuove tende sono state poi rimontate e il 29 dicembre sono arrivati i rom, accolti da lanci di oggetti e cori razzisti. Un presidio permanente, successivamente attrezzato con un bar artigianale e bagni chimici, è stato montato all’ingresso del campo. Militanti della Lega, di An e di gruppi dell’estremismo neofascista milanese si sono incaricati a tenerlo in vita. Borghezio e suoi deliri sono diventati ospiti fissi.
Le famiglie rom, inclusi i bambini, subivano quotidianamente insulti, i volontari che si recavano al campo venivano minacciati e chiunque si permetteva di dissentire, compreso il parroco e l’arcivescovo, veniva apostrofato in malo modo. Nessuno è mai intervenuto contro gli istigatori e i responsabili del pogrom pre-natalizio, le denunce presentate alle autorità di pubblica sicurezza non hanno avuto seguito e le forze dell’ordine presenti al campo stavano a guardare.
La sconfitta di Opera pesa e peserà ben oltre Opera, poiché da oggi leghisti e neofascisti si sentiranno autorizzati a replicare il modello e c’è da aspettarsi che le tante campagne anti-rom, xenofobe, islamofobiche e securitarie, di cui è disseminato il territorio, ne escano rinvigorite.
Tuttavia, sarebbe un errore prendercela soltanto con l’inettitudine di Prefettura e Questura, perché a Opera i razzisti e i neofascisti hanno potuto vincere anche grazie al consenso attivo di centinaia di cittadini, mentre noi della sinistra, come un pugile suonato, ci abbiamo messo un mese e mezzo per articolare una prima risposta di piazza.
Le destre godono oggi di nuovi spazi, perché riescono a fornire a una società metropolitana attraversata da insicurezze, precarietà e degrado un nemico semplice, alla portata di tutti: il rom, l’islamico, il clandestino, l’abusivo e chi più ne ha, più ne metta. Sono le destre a governare questi territori da lunghi anni e ad aver abbandonato le tante periferie al loro destino, eppure sono sempre loro che ora organizzano molto malcontento. Paradossale, si direbbe, ma funziona lo stesso, perché la sinistra, in tutte le sue articolazioni, ha perso radicamento territoriale e sociale organizzato e fatica terribilmente a offrire risposte credibili al disagio, mentre sempre più “riformisti” cercano riparo nella subalternità.
La sconfitta di Opera è un campanello d’allarme molto serio. Guai a sottovalutarlo e proseguire come se niente fosse.
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