Quanto avvenuto questa mattina a Basiano (MI), con le violente cariche delle forze dell’ordine contro un presidio di operai che protestavano contro il loro licenziamento, è grave, inaccettabile e non deve ripetersi.
I diversi livelli istituzionali che hanno delle responsabilità in materia di attività produttive ed di occupazione, dai Ministeri fino alle amministrazioni regionali e provinciali, devono invece adoperarsi da subito perché le vertenze del lavoro rimangano sul terreno proprio e per arrestare la pericolosa tendenza di delegare a polizia e carabinieri la soluzione di conflitti che nulla c’entrano con l’ordine pubblico.
E questo non un è appello al buon cuore di qualche amministratore o Ministro, bensì un richiamo ad una precisa responsabilità politica ed istituzionale, poiché situazioni come quelle del licenziamento dei 90 operai di Basiano, per sostituirli con altri operai che costano ancora meno, stanno purtroppo diventando ordinaria amministrazione e sono conseguenza diretta della continua erosione di diritti e regole nel mercato del lavoro e dell’ormai sistematico immobilismo delle istituzioni.
Il racconto ufficiale su quanto avvenuto stamattina, per cui le forze dell’ordine sarebbero state aggredite dagli operai, non spiega proprio nulla e, soprattutto, non restituisce la realtà di quanto sta accadendo in maniera sempre più estesa in alcuni settori economici, specie in quello della logistica. Infatti, per rimanere al nostro caso, i magazzini “il Gigante” appaltano i servizi di magazzinaggio ad altre società, come la “Gartico”, la quale a sua volte subappalta a delle cooperative i vari processi lavoratovi, a partire da quelli a più alta intensità di manodopera.
Insomma, un sistema di scatole cinesi che permette all’impresa di aggirare allegramente ogni norma e regola e di comportarsi come in quei film americani in bianco e nero, dove gli operai venivano licenziati per sostituirli con altri e se poi protestavano, allora arrivavano le legnate.
In altre parole, “il Gigante” vuole spendere ancora meno per la manodopera e così avvia una reazione a catena che finisce con la disdetta dell’appalto ad una cooperativa, per affidarlo ad un’altra cooperativa, dove le condizioni di lavoro sono peggiori. E così, i lavoratori della cooperativa che non ha più l’appalto finiscono disoccupati. È persino ovvio che a questo punto il licenziati tentino di fare qualcosa, di denunciare la porcata e di impedire che l’altra cooperativa possa entrare per prendersi il loro lavoro ed è esattamente quello che stavano facendo stamattina. Ma poi, appunto, l’azienda telefona alle forze dell’ordine, le istituzioni guardano da un’altra parte e arrivano le legnate.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
cliccando sull'icona qui sotto puoi scaricare il testo dell'interrogazione del consigliere provinciale Massimo Gatti, depositata il 12 giugno in Provincia di Milano, sui gravi fatti di Basiano.
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