Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato sul giornale on line MilanoX il 24 luglio 2012
Il regno di Formigoni traballa, nel suo entourage è ormai uno stillicidio di guai giudiziari e l’immagine del Presidente al diciassettesimo anno consecutivo di governo regionale è decisamente ammaccata. Ma egli non è uomo dalla facile resa, anche perché gli interessi in gioco sono tanti, tantissimi, e così è passato al contrattacco, gridando persino al tentato golpe.
Tutto questo, però, è ampiamente noto e di dominio pubblico. Quello che invece si ignora, a meno di non essere dipendenti regionali, è che la controffensiva formigoniana ha anche un risvolto tutto interno alla macchina amministrativa. Già, perché i lavoratori e funzionari regionali, amministrativi e tecnici, sono un po’ stufi di essere associati con quell’allegra compagnia che ha guadagnato in tempo record le vette della cronaca giudiziaria. In altre parole, negli uffici il malumore serpeggia e non solo tra quanti e quante da tempo auspicano un cambio. E così, ai piani alti di Palazzo Lombardia avranno pensato che bisognava fare qualcosa per rendersi più simpatici.
Il risultato, tuttavia, non ci pare per nulla ottimo e si colloca da qualche parte tra il paternalistico, il ridicolo e il degradante, a riprova del fatto che i regimi in declino smarriscono anche la fantasia. Insomma, non hanno trovato nulla di meglio che rievocare scene che sembrano ispirate direttamente al mitico Fantozzi, con tanto di Mega Direttore Galattico che incontra i dipendenti, previa prenotazione e in gruppi non troppo numerosi, in un “momento informale” davanti a un aperitivo o un caffè, a seconda della posizione occupata nella gerarchia. Ebbene sì, perché c’è anche la prima e la seconda classe: se sei un dipendente sprovvisto di “posizione organizzativa”, allora ti tocca solo il caffè, altrimenti ti verrà concesso un aperitivo.
L’iniziativa si chiama “A tu per tu con il Segretario Generale” e viene ampiamente pubblicizzata sulla home page del portale intranet –su quella internet, accessibile a tutti i cittadini, non se ne trova ovviamente traccia- e l’adesione è volontaria, sebbene fortemente consigliata. L’obiettivo dichiarato di questi incontri informali, ma formalmente sponsorizzati, è il seguente: “Sarà l'occasione per valorizzare l'esperienza di ciascuno all'interno di Regione Lombardia e raccogliere spunti e riflessioni utili ad impostare al meglio il nostro lavoro e superare le criticità”. Appunto, le “criticità”…
Ma per capire fino in fondo il senso dell’iniziativa –e le evidenti “criticità” vissute dal formigonismo- bisogna ricordare chi è il Segretario Generale dell’Amministrazione regionale. Già, perché si tratta di Nicolamaria Sanese, figura chiave del potere formigoniano sin dal 1995 e più influente della maggior parte degli assessori. Sanese, Deputato DC vicino a Giulio Andreotti dal 1976 al 1994 e quattro volte Sottosegretario di Stato tra il 1983 e il 1989, controlla da sempre per conto di Roberto Formigoni la macchina regionale e in particolare i dirigenti, che rispondono prima a lui e solo dopo agli assessori di riferimento. Un uomo potentissimo, che non ama apparire e il cui nome viene pronunciato con cautela negli uffici regionali, ma che, considerate le circostanze, ha deciso di scendere in campo.
Ma com’è stata presa dai lavoratori e dalle lavoratrici della Regione la discesa dai piani alti del Mega Direttore Galattico? I numeri esatti delle prenotazioni per il caffè o l’aperitivo non si conoscono, ma quello che si sa è che un primo incontro si è già svolto, mentre il secondo (“Ancora a tu per tu con il Segretario Generale”) è in programma per il 2 agosto prossimo. Allo stato, stando alle informazioni su intranet, ci sono ancora posti liberi. Infatti, sui 40 posti per l’aperitivo sono disponibili ancora 25 e la stessa cosa vale per i caffè.
Non abbiamo ovviamente dubbi che alla fine i posti si riempiranno, perché su 2.800 dipendenti regionali ci sarà pure chi la pensa come Cl –e dopo 17 anni di governo consecutivo sarebbe alquanto strano il contrario-, il conformismo è sempre in agguato e, poi, in tempi di spending review è meglio non rischiare, ma certamente non si può parlare di un successo di pubblico.
Ma forse più dei numeri parla l’iniziativa in sé, che meglio di tante parole evidenzia lo stato delle cose, la confusione tra pubblico e privato e l’assoluta irriformabilità del formigonismo. Non posso dunque che augurarmi che i lavoratori e le lavoratrici di Regione Lombardia continuino a tenere duro, nonostante ci sia chi, Celesti e Mega Direttori Galattici, pensano che l’anima valga soltanto un caffè o al massimo un aperitivo.