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NOKIA SIEMENS COSTRETTA A RITIRARE I LICENZIAMENTI DI FRONTE A LOTTA LAVORATORI
NOKIA SIEMENS COSTRETTA A RITIRARE I LICENZIAMENTI DI FRONTE A LOTTA LAVORATORI
di lucmu (del 25/10/2012, in Lavoro, linkato 1085 volte)
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Chi la dura la vince, dice la saggezza popolare. E così la Nokia Siemens Networks (NSN) ha dovuto ingranare la retromarcia e riaprire la trattativa a condizioni ben diverse da quelle che il 16 ottobre scorso avevano portato al “mancato accordo”, cioè alla rottura delle trattative. Anzi, parlare di “trattativa” era persino un eufemismo, poiché la proposta aziendale prevedeva soltanto cassa integrazione a zero ore, cioè l’anticamera del licenziamento collettivo.
La posta in gioco nella vertenza NSN è molto alta, poiché la multinazionale vuole liberarsi di 580 lavoratori, di cui la stragrande maggioranza nel principale sito produttivo italiano, quello di Cassina de’ Pecchi. In altre parole, non stiamo parlando “soltanto” di un numero alto di posti di lavoro, ma della possibilità che venga smantellato e deindustrializzato uno dei principali poli delle telecomunicazioni esistenti in Lombardia.
Peraltro, sempre a Cassina c’è il caso Jabil -un ex ramo d’azienda NSN ceduto nel 2007- cioè quella azienda che ha licenziato oltre 300 lavoratori e lavoratrici e i cui stabilimenti sono presidiati dai lavoratori da oltre un anno. Ebbene, le vertenze Jabil e NSN sono in realtà strettamente collegate, poiché la lotta degli operai ex-Jabil per la reindustrializzazione, che ha vissuto anche momenti molto aspri, come il 27 luglio scorso, difficilmente potrà reggere in un quadro di desertificazione occupazionale dell’adiacente NSN. E, aggiungo, anche la lotta alla NSN ha bisogno che il presidio Jabil continui.
Certo, la nuova ipotesi di accordo definita dopo la retromarcia di Nokia Siemens e che ora verrà sottoposta al giudizio dei lavoratori e firmato il 29 ottobre prossimo, non è la soluzione di tutti i mali, ma consente di guadagnare prezioso tempo e, soprattutto, di bloccare le procedure di mobilità (leggi: licenziamento) per centinaia di lavoratori. E questo è molto, nelle condizioni date.
Ma come si è arrivati a questo clamoroso passo indietro dell’azienda? Già, perché leggendo alcuni proclami sindacali, possiamo senz’altro dire che questo è il punto dolente della giornata. La sparata più grossa è sicuramente della Uilm, che sul Sole 24 Ore attribuisce il merito a sé stessa… E fin qui potremmo anche dire che siamo alle solite, ma francamente fa senso che, unica eccezione la Fiom, sia stato completamente rimosso il punto di svolta, cioè quel fatto che ha imposto alla NSN di cambiare idea: cioè, l’assemblea dei lavoratori NSN del 18 ottobre scorso a Cassina, dove di fronte all’imminente arrivo delle lettere di licenziamento, i lavoratori hanno deciso di non chinare la testa e di non firmare la resa, bensì di proseguire la lotta per il ritiro dei licenziamenti.
Appunto, chi la dura la vince, e sarebbe il caso di dirlo forte, dando a Cesare quello che è di Cesare, invece che raccontare frottole. Ma purtroppo sembra che quella antica malattia di avere paura del protagonismo dei lavoratori sia proprio difficile da debellare.
 
Luciano Muhlbauer
 
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