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29 APRILE: UN BEL CORTEO DI CUI FARE TESORO
29 APRILE: UN BEL CORTEO DI CUI FARE TESORO
di lucmu (del 30/04/2014, in Antifascismo, linkato 2006 volte)
blog Luciano Muhlbauer
Il corteo antifascista del 29 aprile è stato un bel corteo, colorato, plurale e determinato. C’era chi aveva iniziato a militare parecchi anni fa e c’era chi, studente o precario, si è affacciato all’impegno sociale e politico in questi anni. Era un corteo militante, certo, ma non cupo e tanto meno uniforme, perché tra gli oltre duemila manifestanti c’era l’attivista del centro sociale, ma anche la consigliera di zona del Pd, c’era il militante comunista e l’animatrice dell’Arci, il sindacalista Fiom e il mediattivista.
Sarebbe bastato questo colpo d’occhio, questa minima fatica di guardarsi attorno per capire che questo corteo non camminava con la testa rivolta all’indietro, ma parlava del presente e del futuro. Ma non c’è peggior cieco di chi non vuole vedere, di chi si ostina ad adattare la realtà ai suoi schemi prestabiliti, e così oggi alcune cronache giornalistiche ci raccontano una storia che c’entra poco con la serata di ieri.
No, questo corteo non combatteva una battaglia del passato, non era prigioniero degli scontri di 40 anni fa, ed è anche per questo che non ha gradito e, soprattutto, non ha capito le parole del Sindaco, pronunciate alla commemorazione di Sergio Ramelli.
Che senso ha parlare di “convivenza tra chi ha idee opposte e diverse” a poche ore di distanza da una parata nazifascista che, secondo la definizione data dallo stesso Sindaco due settimane prima, “da anni deturpa la nostra città”? Mica stiamo parlando di idee diverse, ma del fatto che noi non riconosciamo cittadinanza alle tesi e alle pratiche nazifasciste, negazioniste e razziste. E non solo noi, beninteso, ma soprattutto la storia di questo paese, la storia di Milano città Medaglia d’Oro della Resistenza, la nostra Costituzione.
E che senso ha parlare di “pacificazione”, che è un termine del nostro dibattito politico dalla precisa connotazione? Non significa rispetto e pietà per i morti, non significa non voler vedere tornare i morti ammazzati per motivi politici, ma vuol dire, nell’accezione datogli in questi anni, superare la contrapposizione fascismo-antifascismo, considerare uguali partigiani e nazifascisti.
Infatti, le parole di Pisapia non hanno trovato il minimo riscontro in quelle di De Corato e dei suoi sodali, i quali hanno incassato il risultato, rifiutandosi però di prendere le distanze dalla parata nazifascista o, semplicemente, di criticare l’esibizione di croci celtiche e saluti romani. Peraltro, De Corato, nei lunghi anni in cui era amministratore della nostra città, non aveva nemmeno mostrato rispetto e pietà verso i morti altrui –vi ricordate le sue guerre contro i murales per Dax o contro la lapide a Pinelli in piazza Fontana?- e non mi pare proprio che abbia cambiato idea al riguardo.
Conosco Giuliano Pisapia e l’ho votato, come peraltro la maggior parte dei manifestanti antifascisti di ieri, e non penso certamente che sia passato dall’altra parte. Ma penso che ieri abbia sbagliato e che oggi debba qualche spiegazione. Non a me, per carità, ma a molti dei suoi elettori, rimasti perlomeno un po’ disorientati. E senz’altro è necessario fare un’altra cosa ancora, perché a questo punto non possono esistere morti di serie A e di serie B: cioè, vanno commemorati con la stessa forza e presenza istituzionale anche i tanti ragazzi ammazzati a Milano dalla violenza fascista, come Varalli, Amoroso, Brasili, Fausto, Iaio e Dax.
Ma torniamo a noi, al nostro corteo di ieri. Prima di tutto occorre fare un ringraziamento a tutti quelli e tutte quelle che hanno lavorato per farlo riuscire, prima e durante. Nulla era scontato, né la partecipazione, né la compattezza in piazza. E da questo punto di vista, non possiamo non sottolineare il contributo decisivo, in termini quantitativi e qualitativi, da parte delle varie espressioni del movimento milanese.
In secondo luogo, va ricordato che avevamo ragione a non delegare nulla, a non lasciare la piazza vuota. Le rassicurazioni della Questura, le diffide e i divieti di esibire simboli nazifascisti, infatti, erano soltanto parole. E non poteva essere diversamente, perché nella realtà reale non esistono parate nazifasciste senza simbologia nazifascista. E così, anche ieri, come un anno fa e l’anno prima, i nazi hanno marciato alla maniera loro, salutando romanamente ed esibendo celtiche.
Infine, la cosa più importante da fare ora è guardare avanti. Appunto, non è stato un corteo nostalgico, ma un corteo del tempo presente, preoccupato del futuro, del vento di destra che spira in tutta Europa, del nuovo attivismo dei gruppi nazifascisti e della possibilità, per citare un manifestante di ieri, che a un certo punto “essere nazi diventi figo”.
Il corteo di ieri ha suscitato aspettative e ci carica tutti e tutte di responsabilità. Dobbiamo fare tesoro dell’esperienza fatta insieme ed evitare che sia stata solo una parentesi. L’antifascismo ha bisogno di costanza, di quotidianità, di azione e non solo di reazione. Ne dovremo parlare, insieme, al più presto.
Per ora ci aspetta il Primo Maggio, la MayDay. E in molti già ci rivedremo.
 
Luciano Muhlbauer
 
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# 1
Pisapia ha sagliato.La sensibilità per i morti, da qualsiasi parte siano è un fatto privato da lasciare ad amici e non; partecipare in forma pubblica in qualità di sindaco per parlare di "pacificazione"non si deve fare perchè siamo antifascisti e non lo dobbiamo dimenticare mai
di  marie loveci  (inviato il 30/04/2014 @ 13:05:00)
# 2
Ciao Luciano ,
sono un 51 enne padre di due bambini , una persona qualunque , come tante , n'è migliore n'e' peggiore, lavoratore autonomo , pacifico ed educato ma soprattutto civile e rispettoso.
Ieri sera ho partecipato al corteo di commemorazione per Sergio Ramelli , aveva l'età di mio figlio quando è stato ammazzato sotto casa , come nemmeno con un animale si potrebbe fare...Mi ha fatto piacere vedere tantissime persone normali , famiglie , signore anziane sole , tantissimi giovani ( e non solo con la testa rasata e gli anfibi...) , c'era un silenzio assordante , rispetto e tanta voglia di non dimenticare , oltre al desiderio che questo non accada più nella nostra città . Questi valori vorrei insegnare ai miei figli , solo questi , ila lealtà , il rispetto per gli altri , il piccolo spazio , doveroso , per ognuno di noi. E forse la loro società domani sarà un pochettino migliore , ognuno celebrerà i prop
di  Vittorio  (inviato il 30/04/2014 @ 15:57:18)
# 3
Caro Vittorio, hai fatto male a partecipare ad una manifestazione organizzata da gente che fa politica coi coltelli ed ha fatto bene Pisapia a definire idiota l'atto di squadrismo che uccise Ramelli. Quell'uccisione ha dato quasi 40 anni di agibilità politica ai neonazisti in quella zona e permesso dagli anni 80 ad oggi decine di cortei con saluti romani e simboli nazisti: dietro quei simboli c'è gente che brucia e fa sassaiole sui campi nomadi, che accoltella e a volte ammazza chi non gli piace, che si ispira politicamente a Hitler. I tuoi figli, se va avanti così, potrebbero crescere in una città in cui possono essere menati e/o accoltellati per il loro vero o presunto orientamento sessuale, o politico o perchè assomigliano ad una determinata etnìa.
Contento tu...
di  Luca  (inviato il 04/05/2014 @ 15:42:35)
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