PERCHÉ DOMENICA VOTERÒ LISTA TSIPRAS E VI PROPONGO DI FARE ALTRETTANTO
PERCHÉ DOMENICA VOTERÒ LISTA TSIPRAS E VI PROPONGO DI FARE ALTRETTANTO
di lucmu (del 22/05/2014, in Politica, linkato 1498 volte)
Domenica andrò a votare e voterò L’Altra Europa con Tsipras. Non precisamente uno scoop, direte voi, ma penso sia bene esplicitarlo e motivarlo, non solo perché oggi non c’è più nulla di scontato, ma soprattutto perché voglio proporvi di fare altrettanto.
Tanti uomini e donne che si sentono di sinistra, che praticano cose di sinistra o che semplicemente vorrebbero vedere qualcosa di sinistra sono oggi in dubbio, in forte dubbio, se andare a votare o per chi andare a votare. Non occorrono sondaggi per saperlo, basta guardarsi attorno e ascoltare.
Non c’è niente di strano in tutto questo, anzi, sarebbe probabilmente strano il contrario, e non serve a nulla, come invece alcuni si ostinano a fare, mettersi a elencare le presunte o reali malefatte altrui o demonizzare la scelta dell’astensionismo. E non ha nemmeno senso cercare di vendere una realtà che non c’è, tanto tutti sanno come stanno le cose e soltanto nelle fiabe basta un bacio per trasformare il rospo in principe. Quindi, voglio tentare di fare un’altra cosa, cioè cercare di convincervi che andare a votare la lista Tsipras ha un senso, che è persino utile.
Ha un senso, anzitutto, in prospettiva europea. Sì, lo so, sebbene si tratti di eleggere il Parlamento europeo, di Europa non parla quasi più nessuno qui da noi e quando se ne parla praticamente tutti premettono che sono contro l’austerità, il fiscal compact eccetera, compresi quelli che fino a stamattina hanno detto e fatto l’esatto contrario. Ma al di là delle finizioni e degli abbagli e addirittura al di là di Bruxelles e di Strasburgo, l’Europa c’è e pesa e sarà a quel livello, in quella dimensione che si combatteranno gran parte delle battaglie che contano. Sull’economia, sul welfare, sul lavoro, sui diritti, sulle libertà dei cittadini e delle cittadine.
Oggi tutti i paesi del continente sono attraversati da una crisi micidiale: è la crisi del modello neoliberista che si è fatta crisi complessiva, culturale, sociale, politica e democratica. C’è dunque una terribile urgenza di costruire un’alleanza, un campo di forze politiche e sociali che delineino a livello continentale un’alternativa e una via d’uscita da sinistra. Altrimenti, l’uscita dalla crisi sarà a destra e le ultime tendenze e indicazioni confermano purtroppo che stiamo parlando di cose molto concrete, dai sondaggi che danno in testa i fascisti del Front National in Francia fino alla preoccupante crescita del consenso ai nazisti di Alba Dorata in Grecia.
Ebbene, l’unica lista che domenica troverete sulla scheda elettorale e che vi propone un’alleanza continentale del genere è L’Altra Europa con Tsipras. Se ci saranno eletti italiani e italiane di questa lista siederanno nel gruppo che farà riferimento al candidato alla presidenza della Commissione Ue, Alexis Tsipras, insieme ai deputati greci di Syriza, a quelli tedeschi di Die Linke, a quelli francesi del Front de Gauche, a quelli spagnoli di Izquierda Unida, a quegli irlandesi del Sinn Féin eccetera eccetera. Sarà un gruppo non piccolo e non marginale e sarà la voce di sinistra antiliberista più consistente a livello europeo.
In altre parole, votare la lista Tsipras in Italia significa rafforzare un progetto alternativo all’Europa dell’austerità e ai progetti xenofobi, nazionalisti o peggio delle destre: altro che voto inutile!
Poi c’è anche la dimensione e la crisi italiana, mi direte. Verissimo. Ma a parte il fatto che l’Italia non è un astronave che vaga solitaria nello spazio e che quindi vale sempre il discorso di cui sopra, c’è anche il piccolo problema che oggi in Italia non esiste una sinistra politica di qualche rilevanza. E non si può bypassare il problema, perché anche questa campagna elettorale ha evidenziato che l’assenza di una tale sinistra politica ha di fatto trasformato la più importante delle questioni, cioè quella sociale, in una mera comparsa.
Certo, la lista Tsipras non è la nuova sinistra politica, non è un prodotto finito e pronto all’uso. È molto più modestamente un tentativo di fare le cose diversamente, di mettere insieme invece che di dividere. Se supererà lo sbarramento del 4% e manderà rappresentanti italiani a rafforzare la sinistra europea, allora l’ottimismo della volontà sarà stato premiato e forse le cose in futuro saranno meno difficili. Ovviamente, se non si supererà il 4% continuerà lo stesso il lavoro per rifare una sinistra politica in Italia, ma sarà un pochettino più difficile e ostico.
Insomma, anche da un punto di vista meramente italiano, il voto alla lista L’Altra Europa con Tsipras ha più che senso.
Infine, se siete arrivati fino a qui e avete deciso di votare (o avevate già deciso di farlo), allora c’è la questione delle preferenze.
Già, le preferenze, perché in questo caso possiamo darne fino a un massimo di 3 (per info su come votare andate sulle pagine dedicate del Comune: http://elezioni.comune.milano.it/). Quindi avete ampie possibilità di esprimervi.
Molti mi chiedono che nomi indicherò sulla scheda. Ve ne segnalo solo uno, perché penso sia importante, come scelta politica e di schieramento, specie in questo momento di insano clima repressivo: voterò sicuramente Nicoletta Dosio, valsusina e attivista del Movimento No Tav.
da http://www.iskrae.eu/?p=17376 Essere contro l’Unione europea non è né di destra né di sinistra. Le motivazioni, che portano al rifiuto di quest’Istituzione, danno, ovviamente, una caratterizzazione politica in un senso o nell’altro. La destra nazionalista si oppone all’Europa Unita, come ha sempre fatto, per questioni nazionalistiche, protezionistiche, razziste. Al grido di: «ognuno a casa sua» liquida la questione in modo populistico. Non si sofferma a fare considerazioni sistemiche sul ruolo imperialista dell’UE e dell’Euro e sulle loro conseguenze politico-sociali. I comunisti di Partito Comunista (come spiega bene Marco Rizzo nel suo: Il golpe Europeo) invece partendo da queste premesse imperialistiche sviluppano una critica molto più articolata e puntuale; meno di “pancia” per così dire. Questa Ue è nata sotto la spinta dei grandi gruppi bancari, che tramite la Bce, oggi dettano legge e impartiscono indebitamente le politiche econo
...politiche economiche agli Stati nazionali che la compongono. Politiche che hanno come pietre angolari: tagli allo stato sociale, precarizzazione totale del lavoro, tagli alle pensioni, svendita del patrimonio pubblico. Queste “ricette” forzose sono più riscontrabili nei paesi a capitalismo meno forte, i cosiddetti Piigs, che impoverendosi vanno conseguentemente ad arricchire lo Stato egemone della Ue così pensata: la Germania.
Quando qualcuno parla di “altra Europa” o di riforma della Ue – vedi Lista “Pryzas”, sinistri per l’Europa – per distinguersi, a dir loro, dalle destre che ne propugnano acriticamente l’uscita, mentono sapendo di mentire o, più verosimilmente, non hanno capito un c***o!
Lista Tsipras
Niente richiami al comunismo (cosa ci si poteva aspettare d’altronde da Revelli, Gallino e compagnia cantando…) nel nuovo listone elettorale “acchiappa” poltrone e acchiappa-citrulli della fanta-sinistra. Che continua a perseve
...perseverare diabolicamente sul crinale scivoloso del movimentismo più becero e inconcludente e di un generalismo figlio di tutte le culture e di nessuna.
Per quale motivo – chiediamo – un italiano di sinistra, o meglio ancora comunista, dovrebbe votare per questa roba qui? L’altra Europa, Riprendiamoci l’Europa addirittura Risorgimento Europeo! Ci hanno fatto scegliere pure il simbolo, FANTASTICO! Ci sarebbe da scompisciarsi dalle risate se la realtà non fosse così triste. Al peggio non c’è mai fine! Questi hanno solo un’idea in testa: distruggere definitivamente il movimento comunista, per il tornaconto di quattro politucoli in cerca di seggiola. L’Europa Unita è nata sotto auspici imperialisti, finanziari e monetari, è stata studiata a tavolino per questi motivi, questa è la sua base imprescindibile, basta andarsi a leggere i vari trattati, da Roma a Maastricht passando per Schengen e Lisbona; parlare di ri
...parlare di riformabilità è un “nonsense” per due motivi principali: il primo è di natura tecnico-politica, infatti con quali mezzi si vorrebbe riformarla se nei fatti il Parlamento Europeo conta come il “due di bastoni quando briscola è a denari”, cioè quasi niente? Con paletta e secchiello? Il secondo motivo, macroscopico, è che L’Unione Europea è stata studiata per funzionare così: togliere sovranità alle nazioni più povere, attraverso la moneta unica, per affidarla nelle mani delle Nazioni più ricche e forti politicamente, Germania in primis. Se un motore è progettato per andare a gasolio non ci si può mettere la benzina, a voglia a cambiare pezzi del motore. Quello che invece è necessario, e oramai improrogabile, è una Nuova Europa sotto l’insegna dell’”internazionalismo proletario, come affermava Berlinguer, che tolga il potere dalle mani dei banchieri e lo metta in que