Mentre a Milano Abdul Guibre stava perdendo la sua lotta contro la morte, sul palco veneziano della Lega continuavano tranquillamente a susseguirsi insulti e minacce contro immigrati, rom, islamici e così via da parte di esponenti politici e istituzionali di primo piano. Mentre molti milanesi esprimevano sui forum on line e sui blog il loro sconcerto, altri già avanzavano delle tesi giustificazioniste, ma era “un ladro”, la gente è “esasperata”, “vengono nel nostro Paese a rubare”, come se fosse cosa normalissima morire a 19 anni, ammazzati da sprangate per aver, forse, sottratto due biscotti.
Per favore, smettiamola con le solite e disgustose ipocrisie interessate, derubricando il tutto a una “rissa” e ai “futili motivi”. La rissa al bar fu invocata quando dei neofascisti uccisero Dax e i futili motivi furono innalzati per spiegare l’omicidio di Nicola a Verona. E che dire di tutte le aggressioni e violenze contro gli immigrati che si stanno moltiplicando nella nostra città, come quelle di piazza Prealpi o altre che faticano persino a conquistare qualche spazio sulla cronaca locale? Sempre e comunque si cerca di minimizzare, dicendo che la politica non c’entra.
Certo, gli assassini di Abdul sono dei balordi e dei delinquenti, ma davvero crediamo che avrebbero ucciso, infierendo con i bastoni sulla testa, se i presunti ladri di biscotti non avessero avuto sembianze straniere? Davvero non c’entra nulla il clima costruito nella nostra città e nella nostra regione dagli imprenditori della paura, che hanno edificato le loro fortune politiche consegnando a una società sempre più disuguale, disgregata e impoverita, facili capri espiatori?
Ascoltate le parole scagliate da anni da consiglieri comunali, provinciali e regionali, da assessori e persino da sindaci dalle pagine dei giornali e dalle Tv locali. Un continuo accarezzare la paura e fomentare l’odio contro immigrati e rom. E un sistematico giustificare gli atti xenofobi, nel nome della “esasperazione” e della “sicurezza”.
Altro che “futili motivi”! Qui c’è un’evidente e palese responsabilità politica. C’è da parte del centrodestra, specie di Lega e An, ma anche da parte di quegli esponenti di centrosinistra che troppo facilmente hanno ceduto all’aria che tira. Oggi questa cosa va detta chiara e tonda e va affrontata di petto, prima che sia troppo tardi.
Ecco perché è necessario che tutte le forze democratiche e tutti i cittadini milanesi che non vogliono marciare risoluti verso il baratro prendano la parola, rompano il silenzio e si manifestino. Bisogna fermare gli imprenditori della paura e istigatori all’odio in doppiopetto, che prima lanciano il sasso della xenofobia e del razzismo e poi nascondono la mano.
Per questo sosterremo con forza tutte le odierne mobilitazioni e daremo il nostro contributo perché a Milano si realizzi al più presto una mobilitazione ampia e unitaria contro il clima di odio instaurato in città dalle destre.
Sono un po' lontano, a Roma e la notizia della morte di Abdul Guibre mi ha colpito questa mattina leggeno i giornali on line. Adesso basta. ma purtroppo è basta per troppo pochi, gli altri gireranno la testa, perchè se la sarà cercata, perchè hanno paura. e vorrebbero che chi si oppone, anche involontariamente con il suo solo colore della pelle, a chi fa paura la finisca. è un po' come dire che è meglio non agitarsi altrimenti quelli si eccitano. meglio farli venire in fretta e scusate se sono stato volgare. Torno a Milano. Torno e ci sarò al corteo, ci saro. Per Abdul, Nicola, Renato, Dax, CArlo, me, i miei amici e tutti quelli che ancora sono vivi.
Abdul è morto poche ore fa, a 19 anni, ucciso a colpi di spranga. Era semplicemente uno dei tanti ragazzi che ieri sera hanno trascorso o concluso il loro sabato sera allo spazio pubblico Leoncavallo. Lui non ci è arrivato. In queste ore sentiamo parlare del "clima" entro cui l'omicidio di Abdul è maturato. Forse sarebbe più opportuno superare le immagini meteoreologiche e esplicitare la concreta degenerazione dei rapporti sociali, il crescere dell'intolleranza nella città di Milano e nel Paese. Processo che ha molti responsabili, a partire da coloro che costantemente esasperano il tema dell'immigrazione.La normalità del razzismo, la banalità del pogrom, la leggerezza dell'odio, formano la cornice entro cui si legittima e giustifica ogni singola azione. Abdul è uno dei tanti illuminato dal fuoco sui campi rom da parte dei bravi cittadini, dalle vetrine delle sedi neonaziste, dai sorrisi con cui la politica dichiara ormai impun
di
Leo
(inviato il 15/09/2008 @ 16:22:48)
# 3
Immagino che abbiamo provato tutti lo stesso sdegno e la stessa rabbia, perchè qualunque sia stata la sua colpa ammesso che ne abbia avuta una, non è possibile che in una città normale un padre e un figlio (strana somiglianza con la storia di Dax) inseguano un ragazzo (lo sono andati a beccare di proposito non'è successo lì sul posto) e lo ammazzino brutalmente a colpi di spranga. Questa non è una reazione normale, perchè questa città, questo paese non sono più "normali". Ma è evidente che è motivata da un clima di odio e di violenza o comunque da qualcos'altro. Ma la rabbia aumenta quando immediatamente il PM e di conseguenza tutti i media, si affrettano a dire subito che "non è una questione di razzismo". Una persona intelligente, non una di parte, subito si dovrebbe domandare: perchè hanno tanta fretta di trovare una spiegazione a un fatto tragico appena accaduto apparentemente senza un logi
di
Mauro
(inviato il 15/09/2008 @ 16:51:20)
# 4
Sono allibito,sconcertato,disgustato da questa città e da coloro che ci vivono,lavorano,consumano. Non li ho chiamati cittadini,perchè il senso della cittadinanza,la coscienza civile di appartenere ad una comunità sociale, la consapevolezza dei propri diritti e doveri, non esiste più. Non esiste più una condivisione di valori, primo fra tutti il rispetto della vita umana. Gli assassini si difendono dichiarando di essersi convinti che erano stati derubati non solo del pacco di biscotti ma anche di una parte dei soldi dalla cassa. Ma anche se fosse l'intero incasso della giornata, varebbe forse di più della vita di un giovane precario di 19 anni? Scandoloso e inqualificabile il comportamento dei post-fascisti e dei leghisti che proseguono imperterriti a pescare nel torbido, a soffiare letteralmente sul fuoco, suscitando nei mentecatti che abitano le nostre città gli istinti più bestiali. Non arrendiamoci a tutto questo. Non p
Il degrado civile, culturale, morale e politico è in continua accelerazione sia a Milano che soprattutto nel nord Italia. La cosa che mi indigna, fra le tante altre, è che neanche il Presidente della Repubblica senta il dovere di "richiamare" dei Ministri del Governo in carica che delirano di odio e razzismo nonostante abbiano [sper]giurato sulla Costituzione al momento della nomina davanti al suo cospetto; né alcuna forza politica abbia sentito l'esigenza di porre una questione politica in Parlamento su queste derive(?!) fasciste chiedendo le dimissioni di chi ormai ogni giorno fa strame di questa già traballante democrazia democrazia. Dove si vuole arrivare? Non permettiamo che si arrivi al punto che la situazione diventi ingestibile e ancor più tragica!
Molta parte della popolazione ha una percezione allarmata della sicurezza, prima delle elezioni di aprile molto spesso i media esaltavano informative su violenze fatte dagli immigrati; dicono gli esperti che le elezioni di Roma sono state vinte dal C.destra sull'onda dell'emotività e la paura dei rom. Poi dopo, con le impronte digitali e il dispiegamento dell'esercito, come d'incanto, l'Italia è diventata un paese tranquillo. Ecco allora, cessato l'assordante clamore mediatico, che emerge la dura realtà della vita quotidiana, sono sempre i più deboli a rimetterci.
Io c'ero, alla manifestazione studentesca fatta l'anno scorso per Abba. Ed è bello scoprire che allora non solo noi ragazzi eravamo tristi, arrabbiati e sdegnati da quello che è stato fatto al fratello Abba. Noi studenti, pur muovendoci in fretta, abbiamo organizzato un corteo non solo per la nostra rabbia, ma per far capire prima di tutto ad Abba e poi a tutti i suoi familiari e amici che non tutta l'Italia fa così schifo, che a buona parte dell'Italia non importa del colore della pelle! Ci sono stati 2minuti di silenzio quel giorno per Abdul Guibre davanti al posto dove è stato brutalmente assassinato. Due minuti di puro silenzio nei quali l'unica cosa che s udiva erano i singhizzi degli amici di Abba che non capivano come avessero potuto portargli via per SEMPRE il loro fratello. Ieri, la città di Milano ha ricordato Abba nel modo più sereno possibile, con canti, balli, camminando da P.ta venezia a Pzza Duomo. Ma è sta
Ma è stato impossibile non riprovare lo stesso sdegno dell'anno scorso. Il cugino di Abba ogni mattina piange, ANORA, perchè gli hanno portato via il suo maestro di vita, e ogni mattina spera che lui torni, ma non sarà così. Ieri abbiamo alzato le mani al cielo 1, 2, 100 volte per raggiungere il fratello Abba e per dirgli che noi non dimentichiamo e continueremo a lottare per lui e per i suoi fratelli! LA CITTà DI MILANO, IL LICEO MANZONI E NOI TUTTI RAGAZZI NON DIMENTICHIAMO, SIAMO ANCORA INCAZZATI PER QUELLO CHE è SUCCESSO E NON CI FERMEREMO QUI!